L’energia oscura che costituisce il 70% dell’universo potrebbe avere una densità variabile nel tempo. Lo indica lo studio di quasi 1.500 supernovae, una sorta di ‘tachimetro’ che ha permesso di definire in modo sempre più stringente l’espansione dell’universo. Il risultato, presentato al meeting dell’American Astronomical Society e in via di pubblicazione sulla rivista Astrophysical Journal, è frutto della collaborazione internazionale Dark Energy Survey, che comprende più di 400 ricercatori provenienti da oltre 25 istituzioni guidate dal Fermi National Accelerator Laboratory degli Stati Uniti.
Utilizzando la Dark Energy Camera montata sul telescopio Víctor M. Blanco dell’Osservatorio di Cerro Tololo, in Cile, gli astrofisici hanno raccolto dati per 758 notti nell’arco di sei anni mappando un’area pari a un ottavo dell’intero cielo. In mezzo a due milioni di galassie lontane, hanno individuato migliaia di supernovae (il campione più numeroso mai ottenuto da un singolo telescopio) che hanno poi classificato con tecniche di apprendimento automatico selezionando un campione uniforme di 1.499 supernovae di tipo 1a (originate dall’esplosione di nane bianche) di cui erano stati raccolti dati di alta qualità. Si tratta di un balzo enorme rispetto a 25 anni fa, quando furono utilizzate solo 52 supernovae per desumere gli effetti dell’energia oscura sull’espansione dell’universo.
Questo ampio campione è stato quindi usato per tracciare la storia dell’espansione cosmica. Per ogni supernova, gli scienziati hanno combinato la sua distanza con una misurazione del suo spostamento verso il rosso (redshift), ovvero la velocità con cui si allontana dalla Terra a causa dell’espansione dell’universo. Insieme, questi due elementi possono aiutare a capire se la densità dell’energia oscura è rimasta costante o è cambiata nel tempo. I dati sono stati poi incrociati con quelli del telescopio Planck dell’Agenzia Spaziale Europea. I risultati sembrano in linea con l’attuale modello cosmologico che prevede una densità costante di energia oscura nell’universo, ma suggeriscono anche che l’energia oscura potrebbe variare nel tempo, dunque non si può ancora escludere che sia necessaria una spiegazione più complessa.