La produzione di carne coltivata sta diventando più accessibile ed economica grazie a un passo avanti significativo: una tecnica innovativa consente per la prima volta di modificare le cellule staminali del muscolo dei bovini in modo che possano autonomamente produrre i fattori di crescita necessari alla loro sviluppo. La scoperta di questa tecnica è stata pubblicata sulla rivista Cell Reports Sustainability ed è stata sviluppata presso il Centro per l’Agricoltura Cellulare dell’Università di Tufts nei Paesi Bassi, sotto la guida di David Kaplan.
Andrew Stout e il suo team di ricercatori hanno ottenuto un risultato rivoluzionario, eliminando la necessità dei costosi fattori di crescita, che rappresentano attualmente la fase più complessa del processo di coltivazione della carne. Queste sostanze normalmente si legano ai recettori sulla superficie delle cellule staminali, impartendo loro il segnale per crescere e differenziarsi in cellule mature di diverso tipo. In questo esperimento condotto nei Paesi Bassi, all’avanguardia nella ricerca sulla carne coltivata in Europa, le cellule staminali muscolari bovine sono state modificate per produrre autonomamente il Fattore di crescita dei fibroblasti (Fgf), una sostanza che funge da innesco molecolare per stimolare la crescita delle cellule muscolari scheletriche. Stout spiega che il Fgf “non è esattamente un nutriente“, ma piuttosto “un insieme di istruzioni che guidano il comportamento delle cellule“.
L’approccio innovativo consiste nel progettare le cellule staminali muscolari bovine per produrre in modo autonomo questi fattori di crescita e attivare le vie di segnalazione necessarie. Nonostante questa tecnica promettente riduca significativamente i costi, i ricercatori sottolineano che sono ancora necessari ulteriori passi prima che diventi disponibile su scala industriale.