Le istituzioni Ue hanno raggiunto l‘accordo sulla nuova direttiva sulla qualità dell’aria. Lo annuncia la presidenza di turno del Belgio. Le nuove regole stabiliscono limiti e valori obiettivo più severi per il 2030, rispetto alle norme attuali, per diversi inquinanti, tra cui il particolato (PM2,5, PM10), NO2 (anidride azoto) e SO2 (anidride solforosa). Per i due inquinanti con il più alto impatto documentato sulla salute umana, PM2.5 e NO2, i valori limite annuali devono essere più che dimezzati rispettivamente da 25 g/m a 10 g/m e da 40 g/m a 20 g/m.
Ci saranno anche più punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città. Gli standard di qualità dell’aria devono essere rivisti entro il 31 dicembre 2030 e almeno ogni cinque anni successivi e più spesso se chiari da nuove scoperte scientifiche, come le linee guida riviste sulla qualità dell’aria dell’OMS. Sarà possibile per gli Stati membri richiedere che il termine 2030 per raggiungere i valori limite di qualità dell’aria sia posticipato fino a dieci anni, se vengono soddisfatte condizioni specifiche, anche quando le riduzioni necessarie possono essere raggiunte solo sostituendo una parte considerevole dei sistemi di riscaldamento domestico esistenti che causano i superamenti dell’inquinamento.
I co-legislatori hanno convenuto di rendere gli indici della qualità dell’aria attualmente frammentati in tutta l’Ue comparabili, chiari e disponibili al pubblico. Questi indici forniranno anche informazioni sui sintomi associati ai picchi di inquinamento atmosferico e sui rischi per la salute associati per ciascun inquinante, comprese le informazioni su misura per i gruppi vulnerabili come richiesto dal Parlamento.
Oltre ai piani di qualità dell’aria, richiesti per i Paesi dell’Ue che superano i limiti, tutti gli Stati membri dovranno creare tabelle di marcia per la qualità dell’aria entro il 31 dicembre 2028 che stabiliscono misure a breve e lungo termine per conformarsi ai nuovi valori limite 2030 proposti dal Parlamento. È stata però introdotta una clausola per i Paesi membri che potranno chiedere di posticipare la scadenza del 2030 fino a dieci anni, se saranno soddisfatte alcune condizioni specifiche, anche nel caso in cui il taglio dei livelli di inquinamento possa essere ottenuto soltanto sostituendo una parte considerevole degli impianti di riscaldamento domestico esistenti.
L’accordo politico introduce anche il diritto al risarcimento per i cittadini: chi subisce danni alla salute a causa dell’inquinamento atmosferico potrà essere risarcito in caso di violazione delle norme Ue da parte dei governi nazionali.
È stato inoltre convenuto che i cittadini interessati e le Ong ambientali dovrebbero avere accesso alla giustizia per contestare l’attuazione di questa direttiva negli Stati membri e che i cittadini dovrebbero avere diritto a un risarcimento quando la loro salute è stata danneggiata a causa della violazione delle nuove norme nazionali.