“La conformazione dei terreni agricoli bolognesi e la struttura di molte aziende agricole ben si adattano alle installazioni dell’agrivoltaico innovativo: il decreto pubblicato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è una grande opportunità per gli imprenditori agricoli del nostro territorio, che possono dare un importante contributo alla decarbonizzazione, ma anche proteggere le loro colture migliorando la redditività delle loro imprese agricole. Con i tempi che corrono non è poco e ci riteniamo soddisfatti di questo provvedimento del Governo, che ha accolto le indicazioni provenienti dalla filiera agricola”. Questo il commento di Guglielmo Garagnani, Presidente di Confagricoltura Bologna, dopo che il 14 febbraio è entrato in vigore il cosiddetto Dm Agrivoltaico, che ha l’obiettivo di realizzare almeno 1,04 Gigawatt di nuovi impianti entro il 30 giugno 2026.
“Parliamo di sistemi avanzati dove la produzione di energia green coesiste con l’attività agricola, dove si valorizzano strumenti di agricoltura digitale e di precisione. Il provvedimento dimostra la stretta sinergia che ci può essere tra la produzione di cibo e quella di energia: due mondi sempre più connessi e che in futuro lo saranno ancora di più – aggiunge Garagnani – L’agrivoltaico avanzato, infatti, prevede moduli elevati da terra, in modo da garantire la continuità dell’attività agricola: pensiamo ai frutteti, ad esempio, che possono essere coperti e protetti da un impianto di questo tipo, capace di produrre energia e dare un reddito integrativo all’imprenditore agricolo, che però gioca un ruolo centrale in questa partita. La misura prevede anche virtuoso meccanismo incentivante attraverso l’erogazione di un contributo a fondo perduto, finanziato dal PNRR, nella misura massima del 40% dei costi ammissibili, abbinato a una tariffa incentivante a valere sulla quota di energia elettrica netta immessa in rete”.
In un periodo storico caratterizzato da cambiamenti climatici epocali e da conflitti internazionali di cui purtroppo non si vede ancora la fine, “l’Italia deve accelerare sulla sovranità alimentare ed energetica: due fronti su cui il settore primario ha tutte le carte in regola per essere protagonista – rimarca il Presidente di Confagricoltura Bologna – Per questo motivo è importante che si spinga sulla produzione di fonti energetiche alternative, anche nel bolognese. Conciliare la produzione energetica con quella agricola, mantenendo entrambe profittevoli, non è per nulla banale ma è una nuova sfida per noi produttori agricoli: per questo ci aspettiamo un contributo importante dalla ricerca, che ci deve fornire tutte le indicazioni per far coesistere la produzione di energia rinnovabile e l’agricoltura storica bolognese”.
Il Ministero, infatti, approverà entro i prossimi quindici giorni, su proposta del Gestore dei Servizi Energetici, le regole operative che dovranno disciplinare le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi. Il GSE, soggetto gestore della misura, emanerà un primo avviso pubblico per la presentazione delle istanze entro trenta giorni dall’approvazione delle regole. L’accesso al meccanismo – si legge nella nota del MASE – è garantito attraverso l’iscrizione di appositi registri o con la partecipazione a procedure competitive in funzione della titolarità e della taglia dei progetti che si svolgeranno nel corso del 2024. Le procedure di registro, per un contingente complessivo di 300 megawatt sono riservate ad impianti di potenza fino a 1 megawatt realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, mentre le procedure competitive, per un contingente complessivo di 740 megawatt, sono riservate ad impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e loro aggregazioni, o associazioni temporanee di impresa che includono almeno un imprenditore agricolo.