Assemblea delle Nazioni Unite a Nairobi per affrontare le Crisi Ambientali Globali

"Ci rammarichiamo che l'UNEA non sia riuscita a giungere ad una conclusione su questa importante questione"
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Capi di stato e di governo, ministri, alti funzionari delle Nazioni Unite, membri della società civile e del settore privato si sono riuniti oggi presso la sede del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) a Nairobi per il segmento di alto livello della sesta sessione del l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA-6). Un momento cruciale, permeato dall’impegno dei leader mondiali di affrontare le sfide planetarie legate al cambiamento climatico, alla perdita della natura e all’inquinamento.

Sfide significativa

Il presidente del Kenya, William Ruto, ha guidato la discussione, affiancato da figure di spicco come il presidente Mokgweetsi Masisi del Botswana, il presidente Omar Guelleh di Gibuti, il presidente di transizione Brice Nguema del Gabon, il presidente Hassan Sheikh Mohamud della Somalia e il primo ministro Abiy Ahmed dell’Etiopia. Tra i partecipanti anche il ministro Ariel Henry di Haiti, il cui contributo è stato significativo nel delineare l’agenda dell’assemblea.

Leila Benali, presidente dell’UNEA-6 e Ministro della Transizione Energetica e della Sostenibilità del Marocco, ha espresso la sua speranza riguardo al potere della collaborazione internazionale: “La mia speranza è che l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente dimostri che le sfide possono essere affrontate meglio quando la comunità delle nazioni e dei cittadini del mondo uniscono le forze con una mente aperta”.

Il contesto dell’assemblea è notevolmente significativo, poiché rappresenta il primo incontro globale intergovernativo dopo la COP28. Il presidente Ruto ha sottolineato l’immensa responsabilità di avanzare rapidamente con l’agenda, dimostrando così l’efficacia della cooperazione internazionale e del multilateralismo. Un compito arduo, reso ancor più complicato dalle molteplici minacce che affliggono le nazioni del mondo, spaziando dalla crescita economica lenta ai conflitti e alle guerre, alla frammentazione geopolitica.

Tecnologia e clima

In questo scenario, si è accesa una discussione importante sulla tecnologia come mezzo per affrontare il cambiamento climatico. I delegati dell’ONU hanno proposto una mozione per maggiori ricerche sulle tecnologie che mirano a combattere il cambiamento climatico riflettendo i raggi del Sole nello spazio. Tuttavia, il dibattito è stato acceso, con preoccupazioni riguardanti i potenziali rischi per la salute e l’ambiente.

La Svizzera e il Principato di Monaco hanno presentato per la prima volta una risoluzione sull’esame della tecnologia della geoingegneria solare (solar radiation modification – SRM). La versione originale prevedeva la convocazione di un gruppo di esperti che avrebbe redatto un rapporto esaminando le possibili applicazioni, i rischi e le considerazioni etiche della SRM. Tuttavia, dopo sei revisioni in due settimane, la risoluzione è stata ritirata.

Robin Poëll, portavoce dell’Ufficio federale per l’ambiente svizzero, ha sottolineato le divergenze tra i Paesi sulla questione fondamentale: “Ci rammarichiamo che l’UNEA non sia riuscita a giungere ad una conclusione su questa importante questione. Tuttavia, le discussioni sono state istruttive ed utili, e siamo riusciti ad avviare una conversazione globale su questo importante argomento”.

SMR per mitigare gli effetti del cambiamento climatico

Il Centro per il diritto ambientale internazionale (CIEL) ha rivelato che Paesi africani, l’Unione europea, stati insulari del Pacifico, la Colombia e il Messico si sono opposti alla risoluzione. Mary Church, senior geoengineering campaigner del CIEL, ha criticato l’approccio, dichiarando: “Queste tecnologie non possono affrontare le cause profonde della crisi climatica e consentirebbero invece ai principali inquinatori di ritardare l’urgente necessità di eliminare gradualmente i combustibili fossili“.

Tuttavia, ci sono ancora aspetti importanti da considerare. Alcuni scienziati sostengono che la SRM potrebbe offrire un’opzione per mitigare il cambiamento climatico in modo rapido ed efficace, ma i critici sollevano preoccupazioni riguardo ai possibili impatti negativi sulla meteorologia, sull’agricoltura e sulle politiche di emissioni di gas serra. La mancanza di consenso sulla questione evidenzia la necessità di ulteriori ricerche e discussioni per comprendere appieno le implicazioni di tali tecnologie.

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