Sull’automotive “stiamo lavorando per creare le condizioni affinché’ un secondo investitore possa localizzarsi nel nostro Paese“. E’ quanto annunciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante l’audizione sulla situazione della filiera industriale dell’automotive, davanti alla commissione Attività produttive della Camera dei deputati, nella giornata odierna. La tutela della componentistica, secondo Urso, richiede volumi produttivi pari ad almeno un milione di auto e circa 300 mila veicoli commerciali leggeri. “Per questo è fondamentale lavorare al raggiungimento di un’intesa con Stellantis, consolidando la rete di fornitura nazionale“.
Il ministro ha quindi sottolineato la necessità che Stellantis “receda dal piano di internazionalizzazione, non compatibile con il rafforzamento della filiera in Italia“. “Siamo consapevoli che è impossibile per Stellantis raggiungere da solo il milione di auto prodotte in Italia. Solo con una seconda casa automobilistica, potremmo raggiungere l’obiettivo e creare le condizioni per rafforzare l’indotto. Abbiamo un ecosistema molto favorevole, la nostra componentistica è un’eccellenza“, ha avvertito Urso, precisando che sono state avviate da tempo “interlocuzioni con produttori di altri Paesi, non solo orientali ma anche occidentali. Da mesi dialoghiamo anche con Tesla“.
Nei mesi scorsi, ha poi evidenziato, “tre aziende leader cinesi sono venute in Italia per vagliare le possibilità di investimento nel nostro Paese, vistando luoghi di possibili stabilimenti. Questi gruppi hanno esplicitamente detto che i preconcetti con i quali erano arrivati sono stati interamente fugati dagli incontri, trovando un Paese accogliente e attrattivo“. Il ministro ha inoltre ricordato che Stellantis è nata nel 2019-2020: “fu presentato al governo, secondo la golden power, il progetto. In quel momento il governo avrebbe dovuto intervenire: se ne lavò le mani“. Il tavolo avviato con Stellantis dovrà portare a un “documento strategico condiviso con sindacati e regioni che speriamo possa essere approvato prima dell’estate“, ha spiegato Urso, che ha poi aggiunto: “con le dichiarazioni degli ultimi giorni è cambiata un po’ la narrazione del gruppo, ma non ci basta. Siamo un governo che guarda ai fatti senza preclusioni verso alcuno, ma con la volontà di realizzare quella politica industriale che è mancata“.
Infine, il ministro ha concluso l’intervento così: “sull’ex Ilva ieri ho trovato un clima coeso sia in fabbrica, sia con le associazioni. Soltanto mantenendo quell’industria siderurgica si potrà produrre quell’acciaio pulito che serve all’industria automotive“.
Urso: “Ue indirizzi politica industriale sostenendo investimenti”
”La direzione di marcia è chiara, ma non possiamo farcela da soli. L’Ue deve indirizzare la politica industriale per sostenere gli investimenti privati, accompagnandoli con risorse pubbliche…Anche l’ex presidente del Consiglio Draghi in un suo intervento al Senato, disse che solo lo Stato può farcela quando si tratta di investimenti sulle nuove frontiere tecnologiche. Oggi l’ha detto in sede europea in modo più chiaro, ma ricordo quando lo disse anche in sede nazionale. Mi auguro che su questo ci sia tutto il Paese perché noi siamo un paese industriale, e la secondo manifattura d’Europa e abbiamo gli strumenti per essere leader anche nelle tecnologia green e digitali”. Lo ha sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sulla situazione della filiera industriale dell’automotive, in un’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera.