Commento di articolo di A. Di Costanzo: Bagnoli, docenti e attivisti “La colmata va rimossa”. Ma Manfredi va avanti.

In una lettera a Repubblica-Napoli, Docenti e Ricercatori delle Assise bocciano il piano alternativo proposto dal Sindaco che lo difende: Se necessario si cambia la legge
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di Benedetto De Vivo* – Successivamente ad articoli di A. Di Costanzo pubblicati su La Repubblica-Napoli (30/1/24: Manfredi rilancia: “Stop alla rimozione della colmata a Bagnoli), e di U. Leone (1/2/24: Bagnoli, la colmata può restare) ero intervenuto con contributi De Vivo B., 2024. https://www.meteoweb.eu/2024/01/bagnoli-sindaco-manfredi-rilancia-ulteriore richiesta-fondi-bonifica/1001355485 e De Vivo B., 2024. https://www.meteoweb.eu/2024/02/commento-articolo-ugo-leone-bagnoli-colmata-puo-restare/1001356482/. Intervengo qui per meglio precisare con considerazioni tecniche in merito a vicenda rimozione/non rimozione Colmata.

In merito alla posizione del Sindaco di rimozione/non rimozione della Colmata, per onestà intellettuale, ribadisco che quanto sostiene Manfredi l’ho sempre sostenuto da quando ero componente della Commissione di Esperti (1995-2001, nominata dal Governo di allora). Il mio punto di vista si basava su elementari considerazioni di carattere scientifico, che nulla a che vedere avevano e hanno con le considerazioni di costi/benefici di cui parla il Sindaco Manfredi.

La decisione rimozione/non rimozione Colmata è puramente di carattere politico. Le mie considerazioni tecnico-scientifiche, prendono atto delle Leggi esistenti. Ebbene la Legge del 1996 e il vincolo del Ministero dei Beni Culturali dispongono il ripristino della costa, per motivazioni di tutela del paesaggio (ex articolo 9 della Costituzione) cioè di carattere culturale. In questo contesto la rimozione della Colmata sarebbe indispensabile per il ripristino della morfologia naturale della costa e per la ricostituzione della spiaggia, eliminata per potere ampliare la fabbrica e attività connesse (vedi libro De Vivo B., Auriemma G. e Manno M, 2021. Il risanamento di un sito industriale dismesso. Bagnoli: davvero un caso unico al mondo? La Valle del Tempo, Napoli, 186 pp. ISBN 979-12-807-30-06-0).

Ma prima della Legge del 1996, in qualità di componente della Commissione formata da sette esperti (1995-2001) – che aveva la funzione di supportare le decisioni del Comitato di Alta Vigilanza sulle attività di monitoraggio dell’ex sito industriale di Bagnoli, condotte da ex Bagnoli SpA – manifestai la mia personale contrarietà a rimuovere la Colmata con l’idea della ricostituzione di antica linea di costa (spiaggia). La mia contrarietà era motivata dalle evidenze geo-morfologiche per le quali questa rimozione avrebbe comportato con certezza l’erosione della spiaggia che si sarebbe ricostituita, da parte delle correnti marine. Ne conseguiva, da mio punto di vista geo-morfologico, che per mantenere il ripristino della linea di costa e quindi della spiaggia che si sarebbe ricostruita, si sarebbero necessariamente dovute prevedere opere soffolte a protezione dell’integrità della “nuova” spiaggia. Semplicemente tenendo presente che una spiaggia si forma se esistono condizioni di equilibrio fra apporti provenienti da terraferma (ruscelli, torrenti, o fiumi che siano) e correnti marine. In epoca pre-industriale a Bagnoli l’apporto dei sedimenti da terra era garantito da piccoli ruscelli provenienti dalle colline del Vomero. Con l’urbanizzazione completa delle aree a monte (Vomero, Fuorigrotta, etc) tali apporti non esistono più, e quindi le correnti marine avrebbero la prevalenza e andrebbero ad erodere la spiaggia che si creerà. Successivamente intervennero la Legge del 1996 e il vincolo del Ministero dei Beni Culturali, che imponevano il ripristino naturale della linea di costa. Fu quindi deciso che la Colmata dovesse essere rimossa.

Ritengo quindi che per non rimuovere la Colmata, bisognerà cambiare la Legge. Non penso che rientri nei poteri di un Sindaco quello di cambiare le Leggi… Al momento quindi le Idee progettuali ideate da me e dai miei collaboratori, tengono conto della Legge esistente. Penso non sia il caso citare Socrate per ricordare a tutti cosa significhi rispettare le Leggi. Se il Parlamento procederà a cambiare la Legge esistente, allora bisognerà ideare soluzioni (che ci sono, sempre, semplici, veloci e …relativamente economiche) in funzione della nuova Legge.

In ogni caso da quanto leggo sulla stampa, penso che il Sindaco non sia nemmeno sfiorato dalla problematica geo-morfologica che era alla base della mia opposizione all’eliminazione della Colmata. Semplicemente si affanna a fare considerazioni di costi/benefici (costi per lo Stato; benefici per i privati). Leggo che non rimuovendo la Colmata si otterrebbe un risparmio di ben 600 milioni di Euro, e che poi per la bonifica a terra sarebbero necessari “solo” altri 600 milioni di Euro.

Semplicemente ribadisco e porto all’attenzione dei cittadini e degli attenti all’interesse pubblico, che per le soluzioni, semplici e veloci da me reiteratamente pubblicate per il risanamento di tutta l’area di ex sito industriale, compresa la rimozione della colmata, servono 318 milioni di euro, che potrebbero arrivare al massimo di 415 milioni di euro, calcolando un trenta per cento in più di eventuali costi aggiuntivi imprevisti.

Soluzioni che vengono praticate in tutto il mondo civile (rimando a capitolo 16: De Vivo B., Lima A., Albanese S., Auriemma G., Manno M. and Roberts E., 2024. The Bagnoli-Napoli brownfield site in Italy: Before and after the first remediation phase. In: De Vivo B., Belkin H.E. and Lima A. (Eds), Environmental Geochemistry, Elsevier (The Netherlands). ISBN: B978-0-443-13801-0.00006-2. Elsevier (Netherlands), ?? pp. (in stampa). In questo capitolo riporto, con miei co-autori, all’attenzione mondiale le assurdità proposte da Amministratori pubblici in Italia. Considerato che probabilmente la politica ancora una volta non terrà in alcun conto quanto sostengo da ormai circa 30 anni, spero solo che le mie soluzioni siano portate, a ulteriore sperpero programmato (e si spera non realizzato), all’attenzione, oltre che del mondo, anche della Corte dei Conti.

Idee progettuali di massima

Senza entrare, in questa fase, nel merito delle soluzioni tecniche di dettaglio nelle varie zone del sito, ribadisco il concetto generale che la soluzione a Bagnoli, sulla falsariga di quanto realizzato in decine di migliaia di brownfield sites, siti industriali dismessi, negli USA e nel mondo, é in realtà molto più semplice, veloce e relativamente economica di quanto si vuole far credere ai cittadini. Bisognerebbe smetterla con la favola del “caso unico al mondo”! In estrema sintesi, la soluzione è la messa in sicurezza del sito e sua trasformazione in un grande Parco pubblico. In collaborazione con Team Excalibur Group (USA), con esperti Cinesi e Italiani, ho ideato quanto segue:

Lo sviluppo di abitazioni residenziali, a Bagnoli, in piena Zona Rossa per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei, è una scelta irresponsabile. Incrementare la densità abitativa sarebbe una decisione scellerata. Ma se si volesse procedere, contro i principi minimi di precauzione e le norme esistenti, in tale direzione, i terreni destinati a uso residenziale dovrebbero essere messi in sicurezza rimuovendo i contaminanti organici con tecniche sperimentate (desorbimento termico in situ/estrazione sotto vuoto), seguite da capping, copertura, con suoli non contaminati, per salvaguardare comunque la salute dei futuri residenti dal contatto con elementi/composti potenzialmente tossici. Agli stessi residenti andrebbero poi precluse attività di scavo o uso di acque sotterranee. Per evitare intrusioni di contaminanti che si volatilizzano da acque sotterranee (Radon di origine vulcanica e IPA/PCB), le abitazioni residenziali dovrebbero essere costruite in modo da essere protette da barriere ingegnerizzate/sistemi di depressurizzazione.

Gli interventi a terra, in aree destinate a parchi e complessi sportivi, dovrebbero perseguire due obiettivi: la messa in sicurezza della matrice terreno/suolo e l’abbattimento della carica inquinante della falda freatica. La messa in sicurezza dovrebbe essere imperniata su due interventi: la posa in opera di teli di geoteli ricoperti (capping) da terreni incontaminati e/o con basse concentrazioni di inquinanti, sia organici (IPA, PCB, Idrocarburi Totali) che inorganici. Su tali terreni, una volta che siano stati messi in sicurezza, si potranno poi collocare suoli non contaminati e tutte le specie vegetali possibili, secondo i suggerimenti di botanici e agronomi.

Si dovrebbe prevedere solo un limitato uso del suolo per uso commerciale: Gli standard italiani per contaminazione da IPA/PCB/Idrocarburi Totali e Metalli Potenzialmente Tossici nei suoli/terreni a uso commerciale devono essere rispettati attraverso opere di capping (copertura), con terreni incontaminati dello spessore di circa 1 metro, e con misure istituzionali per prevenire l’esposizione umana rispetto ai suoli/terreni al disotto del metro superficiale di capping. Per le acque di falda si dovrebbe mettere in opera una barriera ingegnerizzata per il controllo dei vapori e per l’estrazione sotto vuoto di Radon e IPA/PCB/Idrocarburi Totali allo scopo di proteggere gli edifici (non residenziali) che si costruiranno.

Acque sotterranee: Per le acque di falda è possibile un intervento che utilizzi barriere reattive permeabili. Una tecnica diffusamente utilizzata da decenni in aree minerarie carbonifere, introno alle centrali nucleari e recentemente implementata e sperimentata in Cina con l’utilizzo di varie tecnologie, comprese le nanotecnologie. Le tecniche utilizzate prevedono l’uso di carbonio attivo granulare polverizzato e Ferro zero-valente e/o argille ingegnerizzate con iniezioni di nanobolle di Ossigeno, in base ai risultati della caratterizzazione geochimica del corpo idrico, con uno scavo ortogonale al flusso, riempito di materiale reattivo e quindi, nel caso specifico, verosimilmente parallelo alla linea di costa.

Acque piovane/Canale Bianchettaro: Ulteriori scarichi di deflusso a mare delle acque superficiali del Canale Bianchettaro e di qualsiasi altro scarico dall’area contaminata dovrebbero essere intercettati per eliminare la possibilità di un continuo trasporto di sedimenti contaminati da IPA/PCB/Idrocarburi Totali e di una loro deposizione a mare.

Area spiaggia: Gli arenili a nord e a sud della Colmata a Mare e la spiaggia che si creerà dopo l’eliminazione di quest’ultima dovranno soddisfare gli standard di Legge italiani per i sedimenti marini contaminati da IPA/PCB/Idrocarburi Totali e Metalli Potenzialmente Tossici. Si ipotizza la costruzione di scogliere (a circa 100-150 m dalla spiaggia) per creare condizioni di mare calmo (senza correnti marine) e la messa in opera di una copertura di 25-30 cm (sostanze organiche stabilizzanti o altri materiali) fra spiaggia e scogliera. Le scogliere avrebbero anche lo scopo di evitare l’erosione sia degli attuali Arenili nord e sud, che della nuova spiaggia che si creerà sull’area ora occupata dalla Colmata.

Sedimenti marini: Si dovrebbe esaminare la possibilità di bonificare i sedimenti marini contaminati da IPA/PCB/Idrocarburi Totali per soddisfare gli standard italiani di Legge. Tuttavia, la notevole estensione dell’area di impatto potrebbe precludere il raggiungimento di questi standard su tutta l’area. L’obiettivo importante, comunque, è quello di consentire la balneazione senza esporre a rischio eccessivo la popolazione interessata. Questo si dovrebbe poter realizzare, almeno fino a una distanza di 100-150 m dalla linea di costa e fino alla profondità di 2 metri, mentre i sedimenti marini oltre i 100-150 m dalla linea di costa dovrebbero essere resi meno biodisponibili (trattando i sedimenti bentonici con pellets adsorbenti dei contaminanti, composti da carbonio attivo granulare e argilla) e mettendo in atto misure istituzionali per vietare la pesca in queste acque. Riguardo le soluzioni sperimentali prospettate per i sedimenti marini, indicate, con molta enfasi, da Ugo Leone nel suo articolo, ricordo che non è pensabile utilizzare una tecnica che si può definire nella migliore delle ipotesi, sperimentale, in un sito che dovrebbe essere restituito quanto prima alla fruizione dei cittadini, al termine dei 2-3 anni che si prevedono di impiegare per portare a termine le attività di bonifica/messa in sicurezza. In parole semplici, in una situazione qual è quella di Bagnoli, si dovrebbe operare solo con tecnologie sicure e già sperimentate, ovvero con un livello massimo di maturità tecnologica (Technology Readiness Level, TRL, pari a 9). Tecnologie sperimentali, che mi sembra di capire non determinerebbero alcun miglioramento per quanto riguarda elevatissima presenza di PCB (sostanza Organica di origine prettamente industriale, altamente cancerogena).

Terreni Colmata: I terreni della Colmata NON contaminati possono essere utilizzati per il capping, dei terreni a terra. Il materiale contaminato da IPA/PCB/Idrocarburi Totali, può trovare uguale collocazione, dopo essere stato sottoposto ex-situ (su terreni a poche centinaia di metri da attuale Colmata) a trattamento di desorbimento termico.

Materiale Contenente Amianto (MCA): Altra assurda decisione, che ha comportato unicamente uno sperpero di denaro pubblico, è stata la rimozione del MCA che avrebbe potuto rimanere interrato, effettuando solo una ulteriore messa in sicurezza con capping di terreno incontaminato. Per il semplice principio che il MCA. se interrato NON costituisce pericolo per alcuno. Evidentemente si prepara, senza non dico consultare la popolazione ma nemmeno informarla, uno sviluppo edilizio dell’area dalla quale si rimuove MCA (solo questa ipotesi giustifica la rimozione di MCA, interrato), e nel frattempo si cerca, con la rimozione di amianto interrato, il favore dei presunti ambientalisti.

costi bonifica bagnoli

Per il resto, ritengo inutile entrare nel merito di altre amene considerazioni di altri “cantori” sulle soluzioni di “bonifica” di Bagnoli. Secondo uno degli ultimi, intervenuto su Repubblica Napoli, sperperare ancora un altro miliardo e 200 milioni di euro è cosa normale, si tratta di “spiccioli”! Le soluzioni che propongo, e che vengono realizzate in tutto il mondo civile, sono un terzo degli “spiccioli” richiesti da Manfredi.

*Benedetto De Vivo: Adjunct Prof: Virginia Tech, Blacksburg 24061, VA, USA; Nanjing University, Nanjing, Cina; Hubei Polytechnic University, Huangshi, Cina. Già Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale presso Univ. di Napoli Federico II. 2019 Gold Medal Award dell’Association of Applied Geochemists. In Lista di University Manchester, UK, tra i Top Italian Scientists (nella Disciplina Natural & Environmental Sciences). Prof. Straordinario presso l’Università Telematica Pegaso, Napoli.

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