Per la prima volta, è stata messa a punto una tecnica che permette di raffreddare l’antimateria, rendendo possibile una vera rivoluzione nella fisica; un salto che apre nuove possibilità di ricerca e future applicazioni, come la spettroscopia e diagnosi per immagini ad alta definizione. Pubblicato sulla rivista Physical Review Letter, il risultato arriva dal Cern con l’esperimento AegIs, al quale l’Italia ha collaborato in modo importante con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Parla italiano proprio la tecnica laser che ha permesso di arrivare a questo risultato.
L’esperimento
L’esperimento è stato condotto su una nuvola di positronio, l’atomo più leggero presente in natura e costituito da un elettrone e dalla sua antiparticella, il positrone, raffreddata grazie a particolare laser basato su un cristallo di alessandrite e sviluppato proprio per questo esperimento.
“Abbiamo inventato il modo per raffreddare la nuvola di positronio attivamente con il laser“, ha detto all’ANSA il ricercatore che ha elaborato lo schema originale del nuovo laser, il coordinatore della collaborazione Aegis Ruggero Caravita, ricercatore dell’Infn. “L’idea è nata in Italia, nell’Università di Milano. Ci sono voluti dieci anni per sviluppare il laser, in uno sforzo corale” che ha visto anche la partecipazione del Cnrs, il Consiglio francese delle ricerche, e che in seguito è stato finanziato dal Cern.
I risultati promettenti
“Questo risultato apre nuove strade di ricerca nell’antimateria in diversi modi“, osserva Caravita. Con la possibilità di realizzare in laboratorio campioni di atomi di antimateria molto freddi diventa possibile fare nuove misure: è “un salto di metodo che apre a una rosa di ricerche sconfinate“. Le applicazioni sono ancora lontane e richiederanno tempo, ma sono decisamente interessanti, come la possibilità di mettere a punto immagini per le diagnosi con una risoluzione molto più alta rispetto a quelle attuali.
Per la prima volta, è stata messa a punto una tecnica che permette di raffreddare l’antimateria, rendendo possibile una vera rivoluzione nella fisica; un salto che apre nuove possibilità di ricerca e future applicazioni, come la spettroscopia e diagnosi per immagini ad alta definizione.
Pubblicato sulla rivista Physical Review Letter, il risultato arriva dal Cern con l’esperimento AegIs, al quale l’Italia ha collaborato in modo importante con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Parla italiano proprio la tecnica laser che ha permesso di arrivare a questo risultato.
L’esperimento è stato condotto su una nuvola di positronio, l’atomo più leggero presente in natura e costituito da un elettrone e dalla sua antiparticella, il positrone, raffreddata grazie a particolare laser basato su un cristallo di alessandrite e sviluppato proprio per questo esperimento.
“Abbiamo inventato il modo per raffreddare la nuvola di positronio attivamente con il laser“, ha detto all’ANSA il ricercatore che ha elaborato lo schema originale del nuovo laser, il coordinatore della collaborazione Aegis Ruggero Caravita, ricercatore dell’Infn. “L’idea è nata in Italia, nell’Università di Milano. Ci sono voluti dieci anni per sviluppare il laser, in uno sforzo corale” che ha visto anche la partecipazione del Cnrs, il Consiglio francese delle ricerche, e che in seguito è stato finanziato dal Cern.
“Questo risultato apre nuove strade di ricerca nell’antimateria in diversi modi“, osserva Caravita. Con la possibilità di realizzare in laboratorio campioni di atomi di antimateria molto freddi diventa possibile fare nuove misure: è “un salto di metodo che apre a una rosa di ricerche sconfinate“. Le applicazioni sono ancora lontane e richiederanno tempo, ma sono decisamente interessanti, come la possibilità di mettere a punto immagini per le diagnosi con una risoluzione molto più alta rispetto a quelle attuali.