Lunedì 19 febbraio 2024, presso la Villa San Saverio della Scuola Superiore dell’Università di Catania (UNICT), si terrà la presentazione del volume “Etna 1669. Storie di lava a 350 anni dalla grande eruzione”. Il testo, edito dalla Regione Siciliana, rappresenta il prodotto finale della lunga rassegna di appuntamenti che, dal 2019, hanno celebrato con conferenze e mostre i 350 anni dall’evento che sconvolse il territorio etneo e le sue popolazioni.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha contribuito alla realizzazione del volume curando gli aspetti scientifici e storici dell’eruzione e mettendo a disposizione del pubblico le ricerche specialistiche che, negli anni, lo hanno reso un Ente di eccellenza nel panorama vulcanologico internazionale.
“L’eruzione del 1669 rappresenta uno tra gli eventi di maggior rilievo nella storia della vulcanologia italiana dell’ultimo millennio”, spiega Stefano Branca, Direttore dell’Osservatorio Etneo dell’INGV (OE-INGV), tra gli autori del volume.
“Il libro che verrà presentato a Catania racconta questa eruzione straordinaria con diversi saggi scritti da ricercatori dell’INGV che ricostruiscono da un punto di vista vulcanologico il complesso fenomeno eruttivo e la sequenza sismica associata all’intrusione magmatica, nonché gli effetti dell’impatto territoriale e antropico dell’eruzione nel breve e nel lungo periodo e la diffusione delle relazioni giornalistiche contemporanee che resero l’Etna e la sua eruzione, per la prima volta, un fenomeno mediatico di portata internazionale.
Il libro è stato anche l’occasione per descrivere un’applicazione geofisica contemporanea finalizzata alla conservazione del patrimonio architettonico dell’antica Chiesa della Madonna delle Grazie di Misterbianco (CT), in parte risparmiata all’epoca dall’eruzione”.
Il percorso culturale e scientifico che ha portato alla pubblicazione del volume “Etna 1669” ha rappresentato un momento di grande confronto e collaborazione tra le varie componenti istituzionali della comunità catanese.
“L’auspicio è che questo volume possa rappresentare un punto di partenza per mantenere viva la memoria e la conoscenza delle eruzioni storiche dell’Etna e, soprattutto, per accrescere la consapevolezza sulla pericolosità vulcanica e sismica del territorio siciliano, costantemente sorvegliato grazie ai sistemi di monitoraggio dell’Osservatorio Etneo dell’INGV”, conclude Branca.