Firenze diventerà un laboratorio a cielo aperto per studiare le soluzioni migliori per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. È l’obiettivo del protocollo d’intesa tra l’amministrazione comunale e la Fondazione Capellino, presentato oggi a Palazzo Vecchio dal sindaco Dario Nardella, dall’assessore Andrea Giorgio e dal Presidente della Fondazione Pier Giovanni Capellino. Dieci aree di Firenze dovranno essere trasformate e studiate per vedere gli impatti del cambiamento sulle isole di calore, sulla qualità dell’aria, la biodiversità, la CO2. Un progetto unico a livello internazionale di cui si occuperà un team di ricerca.
La Fondazione Capellino ha deciso di iniziare con un investimento iniziale di un milione di euro in ricerca che arriverà a 4,5 milioni con i progetti sperimentali. Il progetto prevede la realizzazione di un modello di riferimento a livello nazionale e internazionale per lo studio e la sperimentazione di interventi di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico nelle aree urbane, in particolare favorendo il ritorno della biodiversità in città.
In dettaglio – si legge in una nota di Palazzo Vecchio – saranno identificate 10 aree cittadine particolarmente significative per sperimentare azioni di mitigazione, scelte in relazione alle caratteristiche omogenee in termini di morfologia e materiali urbani: si va da tipologie ad alta densità edilizia tipica dei centri storici a zone via via più aperte comprensive anche di elementi vegetali fino a comprendere aree industriali e commerciali (per esempio parcheggi) dove verranno sperimentati interventi di mitigazione del cambiamento climatico prevalentemente ‘nature based’. Quattro aree sono già state individuate e verranno analizzate nei prossimi mesi per poi procedere a progettare: piazza Artom e il piazzale antistante l’ingresso della Mercafir lungo viale Guidoni; piazza Bartali; piazza Ferraris.
Firenze, campo di sperimentazione scientifica ed esempio per il mondo
“Le città – afferma Nardella – sono le responsabili in Europa dell’80% delle emissioni e dell’inquinamento pur essendo il 2% della superficie, sono quindi causa del problema e la soluzione al tempo stesso. Dove, se non nelle aree urbane che si trovano ad affrontare quotidianamente i disastri causati da nubifragi e fenomeni atmosferici violenti, si può vincere davvero la battaglia contro il cambiamento climatico? Ringraziamo la Fondazione Capellino ed Almo Nature che, assieme rappresentano un modello economico originale ed unico, per averci donato questo progetto, che è unico in Italia: dobbiamo rendere le città sempre più capaci di contrastare i cambiamenti climatici e lo faremo grazie a un approccio integrato e un monitoraggio costante che ci permetterà di osservare le misure di contrasto più performanti“.
“Sono orgoglioso che Firenze diventi un luogo di ricerca per il futuro delle città, e del fatto che questo progetto di portata internazionale viva di scienziati ed esperti fiorentini; è la dimostrazione che la città ha enormi risorse di sapere e conoscenza – sottolinea Giorgio -. Vogliamo essere avanguardia, ecco perché abbiamo scelto di essere tra le cento città europee verso la neutralità climatica ed ecco perché abbiamo lavorato a questo progetto. Le città sono i luoghi dove le conseguenze dell’antropizzazione e dei cambiamenti climatici sono più violente: le isole di calore portano a temperature più alte di anche 5°C, le morti per le ondate di calore sono concentrate qui, così come i danni per i fenomeni meteorologici estremi, la perdita di biodiversità o le malattie respiratorie. Da Firenze nasce un esempio che servirà a tutte le altre città: un’alleanza tra privato e pubblico, tra scienza e amministrazione, per progettare, studiare e verificare le migliori soluzioni possibili. Grazie ai nostri scienziati ed esperti, e alle risorse della Fondazione Capellino, potremo investire milioni di euro e sperimentare soluzioni innovative: Firenze sarà un campo di sperimentazione scientifica utile a tutte le città del mondo”.