Il produttore svizzero di pannelli solari Meyer Burger ha annunciato venerdì l’avvio dei preparativi per la chiusura del suo impianto fotovoltaico nei pressi di Dresda, nella Germania orientale, che cesserà la produzione all’inizio di marzo, preferendo concentrarsi sugli Stati Uniti. Il gruppo sta compiendo “il primo passo” verso la chiusura di questo impianto, situato a Freiberg, entro aprile, interrompendo la produzione a partire dalla “prima metà di marzo”, ha dichiarato in una nota l’azienda. A gennaio, il gruppo aveva attribuito all’afflusso di prodotti cinesi la mancanza di sostegno pubblico e le distorsioni del mercato europeo dei pannelli solari. L’azienda ha avviato discussioni con il ministero dell’Economia tedesco sul destino di questa fabbrica, inaugurata appena tre anni fa e dove sono a rischio più di 500 posti di lavoro. “Poiché non è stata ancora presa alcuna decisione sulle misure di sostegno per rimediare alle attuali distorsioni del mercato create dall’eccesso di offerta e dal dumping nei moduli solari, il gruppo ha deciso di iniziare i preparativi per la chiusura del sito di Freiberg, che entrerà in vigore ad aprile”, si legge nella nota.
Da quando è stato chiuso l’accesso al mercato statunitense, i pannelli solari cinesi hanno invaso l’Europa, facendo crollare i prezzi. Di fronte a questa pressione, il gruppo intende concentrarsi sugli Stati Uniti, che considera molto più interessanti. La produzione fotovoltaica è stata fortemente sovvenzionata dall’introduzione dell’Inflation Reduction Act nel 2022, che sta attirando molti investimenti. Questo programma di sovvenzioni sta incoraggiando molte aziende europee di vari settori industriali ad aprire stabilimenti negli Stati Uniti o ad ampliarne la capacità produttiva. Meyer Burger ha convocato per il 18 marzo un’assemblea generale straordinaria degli azionisti per votare il piano di finanziamento degli stabilimenti attualmente in costruzione negli Stati Uniti, a Colorado Springs nello stato del Colorado e a Goodyear in Arizona.