“Dio è morto”: il tramonto dell’era di Internet e l’età della confusione

Secondo i sostenitori della teoria, algoritmi e bot avrebbero sostituito gli esseri umani nella generazione di contenuti online
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Qualcuno, tanto tempo fa, disse: “Dio è morto“. Ebbene, oggi sembra che una simile sentenza possa applicarsi al nostro “dio” moderno: Internet. Non si tratta di una trama tratta da un romanzo distopico, ma dell’inizio di una teoria che ha fatto vibrare le fondamenta del mondo digitale. La “Dead Internet Theory” ha preso piede con forza, sostenendo che dietro ogni schermo luminoso non ci sia altro che un vuoto spettrale, abitato solo da algoritmi e bot che tessono una realtà distorta. Questa teoria ha scatenato un’ondata di discussioni nel mondo dell’informazione digitale, sollevando interrogativi sull’autenticità e sulla fiducia nelle informazioni online.

Dead Internet Theory

La Dead Internet Theory, nata nell’ombra dei forum online e dei gruppi di discussione, ha guadagnato terreno nel corso degli anni, alimentata da un crescente senso di disillusione riguardo alla natura autentica del mondo digitale. Si ritiene che i primi germi di questa teoria siano emersi già alla fine degli anni 2010, ma è stata nel 2021 che ha iniziato a ricevere maggiore attenzione e ad essere discussa in modo più diffuso.

Secondo i sostenitori della teoria, algoritmi e bot avrebbero sostituito gli esseri umani nella generazione di contenuti online. Questi algoritmi sarebbero gestiti da poteri sconosciuti, che li utilizzano per controllare e manipolare le masse attraverso la diffusione di informazioni distorte e false. Si sostiene che dietro questa invasione ci siano interessi politici, economici e sociali, che utilizzano la rete come uno strumento per influenzare le opinioni pubbliche e guidare i comportamenti degli utenti.

Esempi di manipolazione

La Dead Internet Theory è supportata da numerosi esempi di manipolazione online. Uno dei casi più evidenti riguarda le recensioni dei prodotti su piattaforme di e-commerce come Amazon. Si sostiene che algoritmi generativi possano gonfiare artificialmente la valutazione di un prodotto, influenzando le decisioni d’acquisto dei consumatori e creando un ambiente di mercato distorto.

Altri esempi includono la diffusione di notizie false e manipolate su social media e siti di news online. Si sostiene che queste informazioni siano create e diffuse da algoritmi e bot, che operano nell’ombra per influenzare l’opinione pubblica su questioni politiche, sociali ed economiche.

Critiche e controversie

Nonostante la popolarità della teoria della Dead Internet, ci sono anche coloro che sollevano dubbi sulla sua validità. Alcuni sostengono che l’idea di una rete controllata da algoritmi e bot sia esagerata e che gli esseri umani continuino a giocare un ruolo centrale nella generazione di contenuti online.

Inoltre, alcuni esperti suggeriscono che l’automazione e l’intelligenza artificiale possano essere utilizzate in modo positivo per migliorare l’esperienza degli utenti online, fornendo servizi personalizzati e creando nuove opportunità nel campo dell’informazione e dell’intrattenimento.

Se fosse vero come reagiremmo?

Per Nietzsche, la morte di Dio rappresenta il crollo delle credenze tradizionali e della struttura valoriale della società occidentale. Secondo il filosofo, l’avanzamento della scienza e della razionalità ha gradualmente eroso la fede nel divino, lasciando un vuoto esistenziale profondo. Senza un’autorità suprema su cui basare i valori e il significato della vita, gli individui sono costretti a confrontarsi con l’incertezza e a cercare una propria direzione nell’esistenza.

Internet, in molti aspetti, ha assunto un ruolo simile a quello del divino nella vita moderna. È diventato un pilastro fondamentale della nostra esistenza, fornendo informazioni, connessioni sociali e risposte alle nostre domande più urgenti. Tuttavia, la crescente consapevolezza delle manipolazioni e delle menzogne diffuse online ha minato la fiducia nella veridicità e nell’integrità di questo nuovo “dio digitale”.

Per Nietzsche, la morte di Dio ha spinto l’uomo verso un’autoaffermazione individuale, invitandolo a cercare nuovi valori e significati nell’esistenza. Questo processo ha comportato un’incessante ricerca interiore per trovare un senso nella vita al di là delle antiche credenze religiose. Allo stesso modo, la “morte” di Internet come fonte affidabile di verità e significato potrebbe spingere l’uomo verso una nuova autoaffermazione esule dalla “dipendenza digitale”(forse).

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