Roberto Vallorani, previsore meteo del Consorzio Lamma-Cnr e meteorologo Ampro, interviene sui due tamponamenti a catena causati dalla nebbia, il primo sull’A22 tra le uscite di Reggiolo (Reggio Emilia) e Carpi (Modena), coinvolgendo cento veicoli e causando una vittima e 25 feriti, e il secondo sull’A21, in provincia di Brescia, con due vittime. “Al momento del tamponamento, in quel tratto di autostrada, era presente la nebbia, anche se è risultata in Pianura Padana meno diffusa e persistente di altre occasioni. Ciò non vuol dire, però, che fosse meno pericolosa”, ha dichiarato all’ANSA.
“Anche se la nebbia è meno diffusa spazialmente e meno persistente dal punto di vista temporale, e anche se pochi chilometri più in là non c’è più – sottolinea Vallorani – il rischio, laddove c’è nebbia, sussiste sempre”. Questo fenomeno, osserva il meteorologo, “è peraltro un problema prevenibile e viene segnalato, anche in autostrada”, nel caso specifico nel bollettino delle previsioni meteo dall’Arpa Emilia Romagna, o da altri enti (in Toscana lo stesso Consorzio Lamma) o servizi meteo specializzati.
La formazione della nebbia
A determinare la nebbia, “tipica dell’inverno – spiega Vallorani – è la cosiddetta inversione termica, cioè temperature più rigide a bassa quota e più elevate in alta quota. Le condizioni per la sua formazione sono l’alta pressione e il tempo stabile, poi l’assenza sia di vento che di nuvolosità. La perdita di calore per irraggiamento dopo il tramonto provoca l’accumulo verso il basso di umidità, cui si aggiunge l’umidità del terreno, che determinano la formazione della nebbia”.
Le zone d’Italia più colpite
In Italia, le zone più soggette alla formazione della nebbia sono i fondovalle e tutte le pianure, in primis la Pianura Padana. Tra le regioni Veneto, l’Emilia Romagna e parte di Lombardia e Piemonte, spiega ancora l’esperto. Quello che è successo oggi sull’A22 è comunque “assolutamente tipico per il periodo, in cui talvolta le nebbie persistono anche per tutto il giorno. Le minori ore di luce, la maggior umidità nei bassi strati dell’atmosfera, le temperature più fredde la notte rendono molto più facile, d’inverno, la sua formazione. D’estate il fenomeno è molto più raro e inusuale, perché l’allungamento delle giornate provoca una maggiore evaporazione dal terreno e una minore umidità nei bassi strati”.