Influenza, esperto: “il picco è passato ma non bisogna abbassare la guardia”

"Quest’anno il rischio dell’influenza è stato sottovalutato e solo un numero relativamente basso di persone ha effettuato il vaccino"
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Quest’inverno la diffusione dei virus influenzali: H1N1, parainfluenzali, virus respiratorio sinciziale e Sars Cov 2, responsabili anche di polmoniti, ha raggiunto picchi elevatissimi, colpendo anche i più giovani. Un fenomeno ampiamente previsto data la scarsa adesione alla campagna vaccinale rispetto agli anni precedenti”: queste le parole del Dottor Marco Brunori, Dottor Marco Brunori, Fisiopatologo Respiratorio a Villa Margherita con PhD in Fisiopatologia Cardio-Respiratoria. “Quest’anno il rischio dell’influenza è stato sottovalutato e solo un numero relativamente basso di persone ha effettuato il vaccino. Al preoccupante aumento dei casi, soprattutto nel periodo delle feste di fine anno, ma anche precedente ad esso, è corrisposto un aumento dei contagi, anche tra persone più giovani di quelle solitamente colpite, con una crescita dell’incidenza di complicanze maggiori.  Il picco, che si pensava superato dopo le feste, è persistito nelle prime settimane di gennaio e solo negli ultimi giorni sembra in lieve flessione”.  “Fortunatamente – ha continuato – oggi sappiamo come intervenire. Quindi, se presa in tempo una polmonite, che è comunque infrequente, può essere curata. Questo non toglie l’importanza del vaccino che è raccomandato ai soggetti over sessanta e fragili, ovvero a persone con patologie cardiovascolari, respiratorie, endocrinologiche, oncologiche, ematologiche”.

A proposito dell’aumento di complicanze tra i giovani – ha sottolineato il medico – va precisato, che si tratta di un dato statistico legato alla crescita generale dei contagi e non a una maggior virulenza e pericolosità del virus. Per questo, non rappresenta un fenomeno allarmante, tale da modificare le linee guida della campagna vaccinale estendendola a tutte le fasce di età. Per i soggetti precedentemente menzionati e per quelli più giovani a maggior rischio, è bene tener presente che la vaccinazione, così come l’influenza, segue un picco stagionale, che va da ottobre a fine gennaio. Il consiglio è di vaccinarsi subito, ad ottobre, prima dell’arrivo del grande freddo e, dunque, della larga diffusione della malattia”.

Per chi  viene colpito – ha proseguito – la raccomandazione è di rivolgersi al medico al  manifestarsi di una patologia che si differenzia da una normale influenza o para influenza per la persistenza o peggioramento di alcuni sintomi come: febbre insolitamente alta, brividi,  dolori muscolari, e  persistenza o peggioramento  di almeno un sintomo respiratorio, come: naso chiuso; tosse secca o grassa; dolore toracico persistente; eventuale affanno o senso di fatica respiratoria nel compiere le azioni svolte abitualmente. In questi casi il medico prescriverà immediatamente degli esami diagnostici, in particolari radiologici e ematochimici. Chiaramente, in base alla natura della malattia: polmonite virale, da super infezione batterica oppure da infezione di virus Sars-Cov 2 e da Covid, il decorso cambierà e la terapia si avvarrà oltre che di antinfiammatori e farmaci sintomatici anche di altri medicinali. Dal momento che comprendere l’origine della malattia è fondamentale, oggi, nei centri all’avanguardia come Villa Margherita, sono disponibili dei tamponi estesi in grado di testare contemporaneamente Cov, H1N1 e VRS che, insieme ad altri esami diagnostici sono importanti per accelerare il percorso di cura e guarigione indirizzandolo in una direzione precisa sin dall’inizio”.

Infine – ha concluso – voglio ricordare che i consigli per prevenire il contagio sono sempre quelli appresi durante la pandemia e poi, purtroppo, dai più dimenticati; come: l’igiene personale, in particolare il frequente lavaggio delle mani; la costante areazione e pulizia degli ambienti, soprattutto in presenza di pazienti fragili; l’uso della mascherina se affetti da sindrome febbrile”.

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