La Pianura Padana è rinomata per i suoi paesaggi pittoreschi e la ricca storia agricola. Tuttavia, la regione è anche alle prese con una sfida ambientale persistente: l’inquinamento atmosferico. La Pianura Padana è una regione densamente popolata ed è anche altamente industrializzata, con conseguenti grandi quantità di sostanze inquinanti rilasciate nell’atmosfera. La sua geografia e le sue caratteristiche meteorologiche aggravano il problema. Circondata dalle Alpi a nord e dagli Appennini a sud, la Pianura Padana funge da bacino naturale, creando un microclima che spesso intrappola gli agenti inquinanti. Durante determinate condizioni meteorologiche, come le inversioni di temperatura, la valle diventa una conca dove gli inquinanti, tra cui il particolato e gli ossidi di azoto, si accumulano, portando ad elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici.
L’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana presenta andamenti stagionali distinti, spiega l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). I mesi invernali spesso vedono un aumento dei livelli di inquinamento a causa delle inversioni di temperatura e della maggiore domanda di energia per il riscaldamento. Durante questi periodi, le concentrazioni di particolato fine e grossolano (PM2,5 e PM10) tendono ad aumentare, causando problemi per la salute. Al contrario, i mesi estivi possono testimoniare livelli elevati di ozono, derivanti dall’aumento della radiazione solare e dalla presenza di precursori (ossidi di azoto e composti organici volatili) emessi da varie fonti.
L’impatto sulla salute
Le fluttuazioni dei livelli di inquinamento atmosferico nella Pianura Padana, e nel mondo, hanno ripercussioni significative sulla salute umana e sull’ambiente. L’inquinamento atmosferico sotto forma di particolato (PM) svolge un ruolo fondamentale nella qualità dell’aria. Il PM10 si riferisce alle particelle sospese nell’aria ambiente con un diametro medio di 10 μm o inferiore e comprende polvere, polline e sottoprodotti della combustione. Il PM10 comprende anche la frazione di particelle fini (PM2,5), costituita da una miscela di carbonio elementare, composti organici, metalli, nitrati e solfati, con particelle inferiori a 2,5 μm.
Il PM10 è inalabile e può avere un impatto sulla salute respiratoria. Il PM2.5 comporta rischi per la salute entrando nel flusso sanguigno attraverso i polmoni, causando malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e allergie. L’accumulo sia di PM2,5 che di PM10 costituisce quindi una seria preoccupazione per la salute umana.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Commissione Europea hanno fissato limiti rigorosi alla concentrazione media annuale di PM2,5 in prossimità della superficie (rispettivamente 5 μg/m3 e 25 μg/m3). Concentrazioni di PM10 superiori a 50 μg/m3 sono considerate pericolose e questa soglia non dovrebbe essere superata in nessun luogo per un numero specifico di giorni all’anno, generalmente fissato a 35 giorni. Tuttavia, recenti osservazioni indicano che nel gennaio 2024 si sono verificati più casi in cui questa soglia critica è stata superata.
L’inquinamento atmosferico in Pianura Padana a gennaio 2024
Nonostante l’inquinamento atmosferico prevalente nella Pianura Padana, in tutta Europa si osservano costantemente livelli di inquinanti atmosferici superiori agli standard UE, con la regione che supera regolarmente le concentrazioni medie annuali di particolato fine, come riportato dall’Agenzia europea per l’ambiente (AEA). Ciò solleva notevoli preoccupazioni per la salute ambientale.
L’animazione seguente mostra le concentrazioni orarie di PM10 nella Pianura Padana dall’1 gennaio al 31 gennaio 2024. Si può vedere chiaramente che la topografia e le condizioni meteorologiche uniche della Pianura Padana contribuiscono all’accumulo di inquinamento da particolato e al degrado della qualità dell’aria, in particolare durante pattern meteorologici stagnanti. I dati sono stati ottenuti dalle analisi della qualità dell’aria regionale europea del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS).
Il servizio CAMS
I satelliti Copernicus svolgono un ruolo cruciale nel fornire dati vitali al CAMS. CAMS monitora e prevede la qualità dell’aria su scala globale e regionale combinando osservazioni satellitari e in situ dei principali inquinanti atmosferici con modelli numerici all’avanguardia che tengono conto della trasformazione chimica, del trasporto e della dispersione. CAMS è uno dei sei servizi di dati del programma Copernicus dell’UE, che fornisce informazioni sulla composizione atmosferica e sulla qualità dell’aria basate sull’osservazione della Terra e sulle misurazioni in situ.
Le previsioni globali della composizione atmosferica vengono fornite con cinque giorni di anticipo utilizzando il sistema di previsione integrato (IFS) dell’ECMWF, mentre le previsioni regionali della qualità dell’aria per il dominio europeo vengono fornite con quattro giorni di anticipo utilizzando una suite di 11 modelli regionali di qualità dell’aria. Tutti i dati sono completamente ad accesso libero e disponibili a chiunque desideri utilizzarli.
Le missioni del futuro
Guardando al futuro, la missione EarthCARE per nuvole e aerosol dell’ESA, il cui lancio è previsto per maggio, è pronta a integrare il satellite Copernicus Sentinel-5P, attualmente in orbita, e le prossime missioni Sentinel-4 e Sentinel-5. Queste missioni Copernicus sono dedicate alla composizione atmosferica e forniranno osservazioni su diversi fattori che determinano la qualità dell’aria, tra cui l’ozono, l’aerosol e i relativi precursori come il biossido di azoto e il biossido di zolfo.
EarthCARE, invece, fornirà informazioni senza precedenti sulla distribuzione verticale del carico di particelle e sui processi che ne guidano l’evoluzione. Dotato di funzionalità avanzate di telerilevamento, EarthCARE fornirà dati preziosi per migliorare la nostra comprensione delle dinamiche dell’inquinamento atmosferico.