Nel vasto panorama della conoscenza umana, pochi argomenti hanno catturato l’immaginazione e la curiosità dell’umanità come la natura della coscienza e dell’anima. Mentre la scienza e la religione hanno da sempre offerto interpretazioni contrastanti su queste tematiche, un nuovo capitolo si è aperto grazie alla fusione della fisica quantistica con le neuroscienze e la biologia. Quindi, ci chiediamo: l’anima esiste?
La teoria di Penrose e Hameroff
La teoria proposta da Penrose e Hameroff si basa su una comprensione profonda della fisica quantistica e della biologia cellulare.
La fisica quantistica è il ramo della fisica che studia i fenomeni fisici a livello subatomico, dove le leggi della meccanica classica non si applicano più e il comportamento delle particelle è descritto da principi probabilistici. Uno dei concetti chiave della fisica quantistica è la sovrapposizione, secondo cui una particella può esistere contemporaneamente in più stati o posizioni fino a quando non viene osservata, momento in cui collassa in uno stato definito.
Questo principio ha importanti implicazioni per la teoria di Penrose e Hameroff. Essi ipotizzano che i microtubuli all’interno delle cellule cerebrali agiscano come strutture quantistiche che possono sperimentare sovrapposizione di stati e altri fenomeni quantistici.
Per capire meglio il ruolo dei microtubuli, è utile esaminare la loro struttura e funzione. I microtubuli sono costituiti da proteine chiamate tubuline, che si assemblano per formare lunghi filamenti cavi all’interno delle cellule. Queste strutture svolgono diverse funzioni cruciali, tra cui il sostegno strutturale delle cellule, il trasporto intracellulare e la divisione cellulare.
Essi che le vibrazioni all’interno dei microtubuli possano creare una sovrapposizione di stati coerenti a livello quantistico, dando origine alla coscienza.
Verso la convalida della teoria
Per convalidare la teoria proposta da Penrose e Hameroff, gli scienziati hanno condotto esperimenti e ricerche approfondite. Uno studio del 2023 ha costituito un passo significativo in questa direzione. Gli scienziati hanno simulato il comportamento dei microtubuli utilizzando modelli computazionali avanzati, allo scopo di comprendere meglio la loro capacità di mantenere la coerenza quantistica.
I risultati hanno dimostrato che i microtubuli potrebbero mantenere lo stato quantistico coerente per periodi significativi, anche in condizioni ambientali realistiche. Questa scoperta ha smentito l’idea che la coscienza richieda condizioni di temperatura e umidità particolari, suggerendo invece che il cervello potrebbe essere il luogo ideale per l’esistenza di fenomeni quantistici.
Una nuova visione della coscienza: Palmer e l’Architettura Universale
Partendo dalle fondamenta concettuali fornite dalla teoria di Penrose e Hameroff sui microtubuli e la coscienza quantistica, Palmer, un altro studioso, estende il campo di indagine includendo la geometria frattale, che si caratterizza per la ripetizione di modelli simili a diverse scale. Questa caratteristica è centrale nella sua concezione dell’architettura universale della coscienza.
Palmer suggerisce che la coscienza non sia un fenomeno isolato all’interno del cervello umano, ma piuttosto faccia parte di un tessuto più ampio che permea l’universo stesso. Questo tessuto sarebbe costituito da pattern geometrici fondamentali, che si ripetono e si manifestano a diverse scale, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande.
L’idea chiave è che la coscienza sia intrinsecamente legata alla struttura geometrica dell’universo, piuttosto che essere un epifenomeno emergente di processi biochimici complessi come suggerito dalla neuroscienza tradizionale. Questa visione universale della coscienza suggerisce una connessione profonda e intrinseca tra l’essere umano e l’universo che lo circonda, trasformando radicalmente la nostra comprensione della realtà e del nostro posto in essa.
In questo contesto, la teoria di Palmer rappresenta un prolungamento delle idee di Penrose e Hameroff, poiché amplia il campo di indagine includendo concetti più ampi e trasversali come la geometria frattale e gli insiemi invarianti.
La svolta nella comprensione della Coscienza
Come possiamo credere a tutte queste teorie che ci sembrano quasi fantascientifiche? Per gli scienziati esiste una “prova” in grado di dimostrarne la veridicità: il collasso della funzione d’onda.
Il collasso della funzione d’onda è un concetto fondamentale della fisica quantistica che si riferisce al cambiamento improvviso e non deterministico dello stato di un sistema quando viene misurato o osservato. In termini più tecnici, la funzione d’onda di un sistema quantistico descrive la probabilità di trovare una particella in una determinata posizione o stato, e il collasso della funzione d’onda avviene quando questa probabilità si riduce a uno stato definito dopo la misurazione.
Un noto esempio: il gatto di Schrödinger
Per comprendere meglio questo concetto, possiamo considerare l’esempio del celebre esperimento del gatto di Schrödinger. Secondo questo esperimento mentale, un gatto si trova in una scatola con una sorgente di radiazioni che potrebbe o non potrebbe ucciderlo. Fino a quando la scatola non viene aperta per osservare lo stato del gatto, il sistema è descritto da una funzione d’onda che rappresenta una sovrapposizione di stati, cioè il gatto è simultaneamente vivo e morto. Tuttavia, una volta che la scatola viene aperta e lo stato del gatto viene osservato, la funzione d’onda collassa e il gatto si trova in uno stato definito, ovvero vivo o morto.
Il collasso della funzione d’onda all’interno dei microtubuli
Nel contesto della teoria di Penrose e Hameroff, il collasso della funzione d’onda si ipotizza avvenga nei microtubuli del cervello umano, guidato dalla gravità quantistica. Questo collasso della funzione d’onda potrebbe essere alla base della comparsa della coscienza, poiché l’esperienza cosciente sarebbe il risultato di un processo quantistico che emerge dai microtubuli. Questo si avvicina alla nostra idea di anima immortale.
Perché questo collasso della funzione d’onda è considerato una “prova” della teoria di Penrose e Hameroff? Innanzitutto, perché fornisce un meccanismo attraverso il quale la coscienza potrebbe emergere dalla fisica quantistica, offrendo una spiegazione plausibile per un fenomeno altrimenti inspiegabile. Inoltre, il collasso della funzione d’onda è un fenomeno ben documentato e studiato in laboratorio, il che aggiunge credibilità alla teoria. Se i microtubuli del cervello sono in grado di ospitare stati coerenti a livello quantistico e se il collasso della funzione d’onda può tradursi in esperienza cosciente, allora ciò suggerirebbe che la teoria ha una base solida.
Libero arbitrio e coscienza
Le implicazioni filosofiche di questa teoria sono immense. Se la coscienza è il risultato di fenomeni quantistici nel cervello, allora il libero arbitrio potrebbe essere più complesso di quanto si pensasse. Tradizionalmente, il libero arbitrio è stato considerato uno dei pilastri dell’esperienza umana, rappresentando la capacità di fare scelte autonome e influenzare il corso degli eventi. Tuttavia, se la nostra coscienza emerge da processi quantistici nel cervello, allora ciò solleva interrogativi profondi sulla natura effettiva del libero arbitrio. Se le nostre decisioni sono influenzate da fenomeni quantistici al di là del nostro controllo conscio, in che misura possiamo ancora affermare di essere veramente liberi?
Questa visione ci spinge a riconsiderare la nostra relazione con il mondo che ci circonda e a porci domande fondamentali sulla natura stessa della realtà.
L’anima
Nella visione proposta da Penrose e Hameroff, l’anima non è più vista come una entità separata e distinta dal corpo, ma piuttosto come una manifestazione dei complessi processi che si verificano all’interno delle cellule cerebrali. I microtubuli, che sono strutture essenziali per il funzionamento neurale, sono considerati il luogo in cui avvengono questi fenomeni quantistici.
Ciò che distingue questa concezione dell’anima è il suo fondamento nella fisica quantistica e nella biologia cellulare, che rappresenta un radicale spostamento rispetto alle concezioni tradizionali. Invece di essere vista come un’entità trascendentale e immateriale, l’anima è concepita come un fenomeno emergente dalle leggi della natura e dalle interazioni tra materia e energia.
Alla ricerca dell’immortalità
Benché non possiamo affermare con certezza cosa ci riservi il futuro o cosa accada dopo la morte, essa ci offre una speranza luminosa nel buio dell’incertezza.
Ci ricorda che siamo molto di più di semplici spettatori casuali in un universo distaccato. Siamo invitati a esplorare le profondità della nostra coscienza e a contemplare il mistero della nostra esistenza con umiltà e meraviglia. In questo viaggio di scoperta, la teoria ci sostiene nel considerare che potremmo essere parte di un tessuto cosmico più vasto, che la nostra vita possa avere significati ancora inesplorati e che il nostro destino possa essere intessuto di mistero e potenziale.
Così, anche se il velo dell’incertezza avvolge ancora molti aspetti della nostra comprensione, questa teoria ci ispira a scrutare oltre i confini del conosciuto, a intraprendere un viaggio verso la scoperta di noi stessi e dell’universo che ci circonda, alimentando la fiamma della speranza nel cuore dell’ignoto.