Gli astronomi e gli appassionati si stanno mobilitando in occasione della 32esima Giornata Nazionale sull’Inquinamento luminoso, che ricorre il 16 febbraio. Il cielo stellato, infatti, deve difendersi da una doppia minaccia, sempre più incombente: da un lato l’inquinamento dovuto alla luce artificiale nelle ore notturne, per il quale l’Italia occupa purtroppo il primo posto tra i Paesi del G20, dall’altro l’orbita terrestre sempre più affollata di satelliti, che disturbano le osservazioni dei telescopi con le loro scie luminose. Basti pensare che i satelliti Starlink, la mega-costellazione di SpaceX per l’Internet globale, hanno superato quota 5.100 già dopo il primo lancio del 2024 e l’obiettivo di Elon Musk è arrivare a circa 40.000 satelliti. Per non parlare delle nuove costellazioni in arrivo, come OneWeb e Kuiper di Amazon.
I satelliti riflettono la luce del Sole, soprattutto dopo il tramonto e prima dell’alba, e con intensità tanto maggiore quanto più è alta la loro orbita. Dunque, ogni volta che entrano nel campo di osservazione di un telescopio, lasciano luminose scie bianche che rovinano irrimediabilmente le immagini e i dati raccolti. Si stima, ad esempio, che il 2,7% di tutte le immagini raccolte da Hubble negli ultimi 20 anni sia solcato da strisce come queste e la percentuale è in costante aumento.
La 32esima Giornata Nazionale sull’Inquinamento luminoso è organizzata dall’Unione Astrofili Italiani, con la collaborazione dell’Associazione dei Planetari Italiani e la partecipazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. La sera del 16 febbraio sui profili social della Uai è in programma un evento dedicato alla difesa del cielo buio e sarà possibile partecipare anche a tante altre iniziative in tutta Italia, presso gli osservatori astronomici gestiti dalle delegazioni dell’Unione astrofili italiani.
Per l’occasione viene anche rilanciata la proposta di istituire un’area protetta dall’inquinamento luminoso nel territorio di Manciano, nella Maremma grossetana, caratterizzato dal cielo notturno più stellato dell’Italia peninsulare. La proposta è sostenuta dal Virtual Telescope Project, che proprio in quella zona, la più ricca di postazioni astronomiche del Paese, ha alcuni telescopi.
“L’Italia è in ritardo colossale” sul tema dell’inquinamento luminoso, dice all’ANSA l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope Project. “Adesso è il momento di cominciare a considerare la questione e, soprattutto, di agire. Non riuscire a veder il cielo è un sintomo che evidenzia una disattenzione generale“, prosegue Masi. “In Francia e in Regno Unito da tempo hanno istituito dei ‘parchi delle stelle’, perché hanno compreso l’importanza di difendere la possibilità di godere del cielo notturno: il cielo stellato – afferma l’astrofisico – è un bene di tutti”.