Musica e matematica: svelati schemi scientifici nelle composizioni di Bach

Ma come interpreta il nostro cervello questa complessità informativa?
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La musica di Johann Sebastian Bach è da sempre un fascinoso enigma musicale, una combinazione di composizioni così intricate da sfidare la nostra comprensione. Tuttavia, grazie a un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori, guidati dalla dottoressa Suman Kulkarni dell’Università della Pennsylvania, la luce della comprensione inizia finalmente a penetrare questo labirinto sonoro.

Musica e Matematica: una prospettiva innovativa

Le opere di Bach, celebre compositore barocco tedesco, sono spesso paragonate a puzzle matematici, tanto che alcuni studiosi hanno intrapreso un viaggio per decifrare i segreti nascosti dietro le sue composizioni. Utilizzando gli strumenti della teoria dell’informazione, questo gruppo di ricercatori ha gettato nuova luce su questa antica sfida.

Rappresentando le complesse partiture di Bach come reti di punti interconnessi, gli studiosi hanno applicato il concetto di entropia dell’informazione, introdotto dal pioniere della teoria dell’informazione Claude Shannon, per svelare la complessità informativa intrinseca alla musica del compositore tedesco.

L’entropia dell’informazione

L’entropia dell’informazione, una misura della sorpresa e della complessità di un messaggio, si è rivelata uno strumento potente per comprendere le intricatissime composizioni di Bach. Ogni nota, ogni transizione armonica, racchiude un’informazione preziosa, un messaggio che il compositore ha inteso comunicare al suo pubblico.

Attraverso un’analisi meticolosa delle reti di punti, i ricercatori hanno individuato una varietà di schemi matematici che permeano la musica di Bach, differenziando i diversi stili musicali del compositore e gettando nuova luce sulla sua genialità musicale.

La grande scoperta: strutture matematiche dietro le note

Tra le scoperte più sorprendenti di questo studio vi è la variazione significativa nella quantità di informazioni trasmesse da diversi stili musicali di Bach. I corali, ad esempio, si sono rivelati relativamente scarsi di informazioni, sebbene più ricchi rispetto alle reti generate casualmente della stessa dimensione. Al contrario, le toccate e i preludi, spesso composti per strumenti a tastiera come l’organo e il clavicembalo, hanno mostrato un’entropia informativa più elevata.

Questa variazione nella complessità informativa suggerisce che Bach abbia saputo utilizzare saggiamente le strutture musicali per comunicare con il suo pubblico in modi diversi. Le reti musicali di Bach, con le loro connessioni tra le note, sembrano fornire al nostro cervello una mappa dettagliata delle complesse strutture armoniche del compositore.

L’arte dell’apprendimento musicale

Ma come interpreta il nostro cervello questa complessità informativa? Secondo il dottor Marcus Pearce della Queen Mary University di Londra, l’apprendimento della musica è un processo probabilistico, in cui il nostro cervello costruisce modelli mentali basati su anticipazioni e sorprese.

Le reti musicali di Bach offrono un terreno fertile per l’apprendimento accurato della musica, fornendo al nostro cervello una mappa dettagliata delle complesse strutture armoniche del compositore. Questi modelli non solo facilitano la comprensione del messaggio musicale, ma anche l’esperienza emotiva che essa suscita in noi.

La musica di Bach si rivela non solo un piacere per le orecchie, ma anche un intricato labirinto di informazioni matematiche che continua ad ispirare e affascinare generazioni di musicisti e studiosi.

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