La pandemia da Covid-19 ha trasformato il nostro mondo in modi inimmaginabili, portando con sé non solo la preoccupazione per la malattia stessa, ma anche la consapevolezza degli effetti collaterali a lungo termine. Tra questi, l’insonnia post-Covid emerge come un fenomeno intrigante e spesso trascurato. Uno studio condotto dall’Università di Phenikaa in Vietnam, guidato dal dottor Huong TX Hoang, ha gettato nuova luce su questa sfida, svelando connessioni intricate tra il contagio da Covid-19 e il sonno disturbato.
Infezione lieve e insonnia persistente
Il team scientifico ha adottato un approccio innovativo reclutando oltre 1.000 individui adulti guariti dal Covid-19, senza ricovero ospedaliero, ma che continuavano a sperimentare sintomi, in particolare insonnia. I risultati hanno rivelato che il 76,1% di questi individui ha riportato disturbi del sonno, con un sorprendente 22,8% che ha segnalato insonnia grave. Non solo la gravità iniziale dell’infezione, ma anche la presenza di condizioni croniche preesistenti e sintomi depressivi o ansiosi elevati sono emersi come fattori chiave nella persistenza dell’insonnia.
Conseguenze sulla salute mentale
L’analisi dettagliata dei dati ha rivelato un rapporto intricato tra insonnia, ansia e depressione. Mentre i pazienti con insonnia presentavano punteggi superiori in termini di salute mentale, la relazione era bidirezionale. L’insonnia può aggravare sia la salute mentale che fisica, suggerendo l’importanza di un approccio olistico per affrontare queste sfide interconnesse.
Cosa fare per curare l’insonnia?
Il dottor Hoang, autore principale dello studio, ha fornito consigli pratici per coloro che lottano con l’insonnia post-Covid. Tuttavia, ha sottolineato l’urgenza di un approccio olistico per affrontare i molteplici fattori coinvolti, poiché il tasso di insonnia segnalato è significativamente superiore rispetto alla popolazione generale e anche rispetto ai pazienti ospedalizzati. Strategie quotidiane, come una doccia calda serale e l’esclusione di dispositivi elettronici prima di coricarsi, possono essere utili, ma l’attenzione dovrebbe estendersi a terapie più specializzate, se necessario.
Sfide e prospettive future
Nonostante lo studio abbia contribuito significativamente alla comprensione del legame tra Covid-19 e insonnia, gli scienziati hanno evidenziato le limitazioni della metodologia utilizzata. Ulteriori ricerche sono necessarie per esplorare più a fondo la relazione tra ansia, depressione e insonnia, consentendo così lo sviluppo di approcci terapeutici più mirati.
Le variazioni di sonno dopo aver contratto il Covid si rivela essere un campo di studio complesso e cruciale. L’insonnia persistente tra i guariti solleva domande fondamentali sulla natura a lungo termine degli effetti del virus. L’articolo del dottor Hoang e del suo team pone le basi per ulteriori indagini, sottolineando la necessità di un approccio compassionevole e completo per affrontare le sfide del sonno in una fase post-pandemica.