Una scossa di terremoto di magnitudo 3.0 ad appena 3.0km di profondità ha colpito i Campi Flegrei questa sera, alle ore 20:22. Il terremoto è stato distintamente avvertito dalla popolazione. Fortunatamente non si sono verificati danni.
Domani spettacolare trasmissione sui Campi Flegrei su Rai 5
A nord ovest di Napoli c’è un’area misteriosa, battezzata dagli antichi greci col nome di Campi Flegrei, che significa campi ardenti, perché sorge sopra un’intensa attività geotermica. Un luogo raccontato dal doc “Campi Flegrei, terra di fuoco” di Monica Ghezzi, in onda domani alle 22.00 su Rai 5. I Campi Flegrei sono un’area tra le più densamente abitate del Paese, come ricorda Giuseppe, nativo di Pozzuoli, che ha deciso, come tanti, di convivere con il rischio e il persistente odore di zolfo. Giuseppe fa da guida in uno dei vulcani più spettacolari, la Solfatara: un paesaggio infernale, con lingue di fuoco, fumarole e acque ribollenti. Il fenomeno del bradisismo nel 1970 portò all’evacuazione forzata del Rione Terra di Pozzuoli, il nucleo più antico della città, come raccontano Angelo e Procolo, due simpatici ex abitanti del rione. La vita della popolazione è stata sempre condizionata dai continui fenomeni tellurici e, per capirne meglio la natura, il documentario incontra Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Vulcanologia. Francesco Pagano, direttore dei Parco Archeologico, ricorda anche che i Campi Flegrei erano il buen retiro dell’aristocrazia romana. Da qui sono passati Augusto, Cicerone, Adriano, Nerone e non solo. Di fronte a Nisida c’è una baia che anticamente doveva essere una delle più belle di tutta l’area flegrea e oggi è occupata, in parte, dai resti dello storico stabilimento siderurgico ex Ilva di Bagnoli, divenuto poi Italsider. Tra i ruderi della fabbrica l’incontro con Vittorio, ex operaio, che racconta la storia del ‘cantiere’ e della sua dismissione, immortalata nelle righe del romanzo di Ermanno Rea.