Nel vortice delle politiche ambientali europee, emerge una voce autorevole che scuote le fondamenta delle promesse ottimistiche: “La transizione green avrà dei costi, bisogna dire la verità alla gente“. Queste parole, pronunciate da Pierre Wunsch, governatore della Banca Centrale del Belgio, squarciano il silenzio che avvolge la discussione sulla sostenibilità ambientale.
La Transizione Green ci renderà più poveri
Mentre l’Europa si prepara per le elezioni del prossimo giugno, le dichiarazioni di Wunsch risuonano come un campanello d’allarme. Il tema della svolta ecologica sarà centrale nel dibattito politico, ma il governatore belga mette in guardia contro le illusioni e le promesse vuote. Secondo lui, la transizione verde potrebbe non portare i benefici economici attesi e potrebbe invece causare un colpo alla crescita.
In un’intervista al Parlamento di Bruxelles, Wunsch ha sottolineato che “Questa transizione non ci renderà collettivamente più ricchi“. È necessario essere sinceri con i cittadini, evitando di alimentare false speranze riguardo agli effetti positivi sulla crescita economica e sull’occupazione. Le politiche ambientali non possono ignorare le realtà economiche e sociali, e la popolazione deve essere informata in modo trasparente sui possibili costi e benefici della transizione verde.
Secondo Wunsch, la transizione climatica comporterà uno shock negativo dell’offerta, che ridurrà il potenziale di crescita dell’Europa. “I prezzi del carbonio e il costo delle fonti energetiche pulite renderanno l’energia fino a otto volte più costosa che negli Stati Uniti“, ha affermato. “Si tratterà di uno shock con costi simili a quello energetico degli anni ’70, ma con conseguenze a lungo termine“. È importante ammettere che ci saranno vincitori e perdenti in questa transizione, e che la politica deve affrontare le domande difficili riguardo a quanto costerà e chi pagherà per il passaggio a un’economia verde.
Le parole di Wunsch sono un richiamo alla responsabilità e alla trasparenza nella discussione sul futuro dell’Europa. È essenziale guardare oltre le promesse facili e esplorare tutte le opzioni disponibili per un futuro sostenibile per tutti.
Un “suicidio economico”
La completa eliminazione dei combustibili fossili potrebbe comportare un impatto negativo sull’economia, sul progresso tecnologico, sulla qualità e sul tenore di vita. Si evidenzia la necessità di un approccio più bilanciato per affrontare la crisi climatica senza compromettere gli elementi fondamentali del progresso e della prosperità. L’eliminazione totale dei combustibili fossili potrebbe rappresentare un “suicidio economico” in quanto potrebbe comportare costi insostenibili e impatti sulla stabilità economica.
Nonostante l’importanza di ridurre le emissioni e adottare fonti energetiche più sostenibili, è fondamentale trovare un compromesso che permetta di preservare i secoli di progresso e di evoluzione economica.
L’idea è che manovre di mitigazione e adattamento potrebbero rivelarsi molto più utili ed efficaci e la delusione sta nel fatto che, mentre l’Italia si adopera per affrontare i costi di queste due manovre, alcuni Paesi restano indifferenti ai problemi climatici, altri investono somme folli per eliminare le emissioni di CO₂, autodistruggendosi senza alcuna utilità globale, perché sono gli unici ad attuarle.