Vaccini COVID Pfizer e Moderna: efficacia gonfiata, è “ben al di sotto” del 50%, sostengono i ricercatori

Pfizer ha riconosciuto oltre 3.000 casi di COVID sospetti ma non confermati
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Nel cuore della battaglia contro la pandemia, mentre il mondo affronta la sfida del COVID-19 con speranza e risolutezza, emerge un’ombra di dubbio che getta un’improvvisa luce accecante sulla narrative dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini Pfizer e Moderna. Un gruppo di ricercatori, guidato da Raphael Lataster dell’Università del Maryland, ha sollevato una serie di interrogativi sull’affidabilità dei dati clinici e sulle definizioni utilizzate per valutare l’efficacia e gli eventi avversi dei vaccini mRNA.

Valutazioni errate

La questione centrale che si staglia all’orizzonte è la definizione del momento in cui si inizia a monitorare gli effetti del vaccino. Mentre tradizionalmente gli studi clinici partono dal “tempo zero“, ovvero il momento in cui il trattamento viene assegnato e inizia il follow-up per ogni partecipante, i protocolli adottati per i vaccini anti-COVID sembrano deviare da questa norma. Lataster e il suo team hanno evidenziato un ritardo nell’inizio del conteggio dei casi di COVID nei soggetti vaccinati, con i dati che vengono presi in considerazione settimane dopo la somministrazione. Questo approccio, sostengono i ricercatori, potrebbe distorcere artificialmente l’efficacia percepita del vaccino, generando una falsa sensazione di sicurezza.

La confusione non termina qui. Lataster ha sollevato ulteriori dubbi sulla chiarezza delle definizioni utilizzate per distinguere chi è considerato “completamente vaccinato” da chi non lo è. Questa mancanza di uniformità nei criteri di classificazione potrebbe portare a una valutazione distorta dei dati e a conclusioni fuorvianti sull’efficacia dei vaccini. In particolare, l’ignoranza delle infezioni da COVID nei soggetti parzialmente vaccinati solleva preoccupazioni sulla sottostima degli eventi avversi legati alla vaccinazione.

Efficacia gonfiata fino al 48%

Ma quanto sono davvero efficaci questi vaccini? Secondo i risultati dei recenti studi condotti da Lataster e il suo team, l’efficacia dei vaccini Pfizer e Moderna potrebbe essere stata sovrastimata. Utilizzando dati clinici della fase 3 di Pfizer, i ricercatori hanno rivelato che un vaccino con efficacia zero potrebbe essere gonfiato fino al 48% nei rapporti ufficiali. Tuttavia, questa cifra potrebbe essere addirittura più ottimistica, con stime che la fanno schizzare fino al 67%, quando si considerano altri fattori reali durante il lancio del vaccino.

Ma c’è di più. La trasparenza e l’accuratezza dei dati clinici vengono ulteriormente messe in discussione dalle rivelazioni riguardanti i casi sospetti ma non confermati di COVID. Una nota informativa della FDA ha svelato che Pfizer ha riconosciuto oltre 3.000 casi di COVID sospetti ma non confermati tra i partecipanti allo studio. Questa discrepanza tra casi confermati e sospetti getta un’ombra di incertezza sulle stime dell’efficacia del vaccino, sollevando dubbi sulla sua reale efficacia nel prevenire l’infezione.

E gli eventi avversi?

Ma non finisce qui. Gli eventi avversi legati alla vaccinazione potrebbero essere sottostimati, avverte Lataster. La definizione di individuo vaccinato applicata solo dopo settimane dalla somministrazione esclude potenziali eventi avversi immediati, mentre la segnalazione degli eventi avversi gravi si basa principalmente su segnalazioni non richieste, potenzialmente sottostimando il loro reale impatto.

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