27 papà su 100 rinunciano al congedo di paternità

Nonostante le sfide rimanenti, c'è stato un notevole aumento nell'uso del congedo di paternità negli ultimi anni
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L’evoluzione del congedo di paternità negli ultimi anni ha portato a un aumento significativo del numero di uomini che ne usufruiscono. Tuttavia, permane ancora un forte squilibrio di genere nei ruoli parentali, con conseguenze sulla carriera delle madri e sulla loro capacità di reinserirsi nel mondo del lavoro. Nonostante ciò, si intravede un cambiamento, seppur lento, in questa direzione.

Il rapporto di Save the Children

Secondo l’ultimo rapporto diffuso da Save the Children, nella regione Lombardia la percentuale di neopadri che usufruisce del congedo di paternità è sopra la media nazionale, con tutte le province lombarde ben al di sopra del 64,02%. In particolare, le province più avanzate includono la Bergamasca e il Lecchese, con un impressionante 81% di lavoratori che prendono il congedo di paternità, seguite da altre province come Monza e Brianza, Cremona e Como.

Tuttavia, nonostante questo progresso, ci sono ancora ostacoli da affrontare. Molti uomini rinunciano al congedo di paternità facoltativo o ad altre forme di astensione dal lavoro, spesso per timore di compromettere la propria carriera. Questo fenomeno li porta ad affrontare sfide simili a quelle delle donne al rientro dalla maternità, con impatti negativi sulla loro crescita professionale.

C’è anche una disparità evidente tra i tipi di contratto di lavoro. Mentre la percentuale di uomini che usufruiscono del congedo di paternità è alta tra coloro con un contratto a tempo indeterminato, scende notevolmente tra i lavoratori con contratti a tempo determinato o stagionali.

Riguardo al reddito, sembra che i padri con un reddito medio-alto siano più propensi a prendere il congedo di paternità. Questo profilo medio indica un uomo di oltre 30 anni, residente al Nord, impiegato in imprese di medie o grandi dimensioni, con un reddito medio-alto.

Nonostante le sfide rimanenti, c’è stato un notevole aumento nell’uso del congedo di paternità negli ultimi anni. Nel 2013, meno del 20% dei padri ne usufruiva, mentre nel 2022 questa percentuale è aumentata a oltre il 64%, con poche differenze tra i genitori del primo, secondo o successivo figlio.

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