Il 9 marzo 1957, un terremoto magnitudo 8.6, noto come il Terremoto delle Isole Andreanof, colpì l’arcipelago delle Aleutine in Alaska. La scossa, classificata come la 2ª più potente mai registrata negli Stati Uniti, generò uno tsunami devastante che raggiunse le coste dell’Alaska e delle Hawaii, causando danni ingenti e perdite di vite umane.
Il terremoto
Il terremoto si verificò alle 14:22 UTC+0, con epicentro localizzato a circa 300 km a Sud/Ovest di Adak, Alaska. La frattura lungo la faglia della placca del Pacifico e della placca nordamericana sprigionò un’energia immensa, equivalente a circa 3000 bombe atomiche di Hiroshima. La scossa principale fu seguita da numerose repliche, alcune delle quali di magnitudo superiore a 7.
Lo tsunami
Il terremoto innescò uno tsunami che si propagò attraverso l’Oceano Pacifico. Le onde, che raggiunsero un’altezza massima di 10 metri ad Adak, devastarono le coste dell’Alaska e delle Hawaii. Le isole Andreanof subirono il peso maggiore del maremoto, con interi villaggi rasi al suolo e gravi danni alle infrastrutture.
Le Isole Andreanof
Le Isole Andreanof, un arcipelago di isole vulcaniche scarsamente popolate, furono le più duramente colpite dal maremoto. L’isola di Adak, con una popolazione di circa 500 persone, fu quasi completamente rasa al suolo. Le onde spazzarono via interi centri abitati.
Le Hawaii
Lo tsunami raggiunse le Hawaii circa 5 ore dopo il terremoto. Le onde, sebbene non fossero alte come quelle in Alaska, causarono comunque danni significativi. L’isola di Kauai fu la più colpita, con la città di Hilo che subì ingenti danni.
Il terremoto delle Isole Andreanof del 1957
Il terremoto delle Isole Andreanof del 1957 e il suo tsunami rappresentarono un evento storico di grande rilevanza. La magnitudo del terremoto, la potenza dello tsunami e l’ampiezza dei danni causarono un forte impatto sulla popolazione e sulle comunità costiere. L’evento ha contribuito a migliorare i sistemi di allerta tsunami e la preparazione alle catastrofi naturali in tutto il mondo.