Aria più pulita in Europa negli ultimi 20 anni ma non basta: Nord Italia tra le zone più a rischio. Lo studio

Anche se la qualità dell’aria è migliorata in Europa, gli inquinanti sono ancora oltre i limiti dell’Oms, soprattutto al Nord Italia
MeteoWeb

La qualità dell’aria in Europa è migliorata negli ultimi 20 anni, eppure la maggior parte della popolazione vive in zone in cui le polveri sottili (PM2.5 e PM10) e il biossido di azoto (NO2) superano i livelli di guardia indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Nord Italia, in particolare, è tra le regioni con le concentrazioni più alte. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications dall’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal) e dal Centro nazionale di supercalcolo di Barcellona (Bsc-Cns).

I ricercatori hanno sviluppato dei modelli di apprendimento automatico per stimare le concentrazioni giornaliere dei principali inquinanti atmosferici tra il 2003 e il 2019 in oltre 1.400 regioni di 35 Paesi europei, abitate complessivamente da 543 milioni di persone. Per lo studio sono stati usati dati satellitari, dati atmosferici e climatici e le informazioni in merito all’utilizzo del suolo.

I risultati indicano che gli inquinanti sono diminuiti in gran parte d’Europa, soprattutto il PM10 (con un calo annuale del 2,72%), seguito da NO2 (-2,45%) e dal PM2.5 (-1,72%). L’ozono (O3) è invece aumentato dello 0,58% all’anno nell’Europa meridionale. I cittadini europei continuano a vivere per la maggior parte in zone dove si superano i limiti indicati dall’OMS per il PM2.5 (98%), il PM10 (80%) e il biossido di azoto (86%). Tra le zone più a rischio c’è il Nord Italia, che ha fatto registrare i valori più alti di polveri sottili (PM2.5 e PM10) oltre a concentrazioni elevate di NO2.

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