È stato un inverno molto caldo con piogge scarse, con alcune località che hanno registrato accumuli pluviometrici importati e altre invece, come il Piemonte, che hanno registrato condizioni meteorologiche di “siccità moderata” o localmente “severa”. Un brutto segnale – segnala l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po – in attesa della stagione primaverile e soprattutto irrigua, in particolare per l’assenza di apporti nevosi di rilievo. Poi, nella seconda metà di febbraio, il cambio di circolazione atmosferica tanto atteso, (come non si vedeva da molti mesi e in alcuni casi anche anni) ha portato ad un radicale cambio di scenario. Ripetute correnti nord-atlantiche, umide ma non fredde, hanno investito il nostro Paese coinvolgendo soprattutto il Centro-Nord.
Il Nord/Ovest italiano, l’area del Distretto che aveva registrato durante l’inverno gli accumuli precipitativi più bassi, in pochi giorni ha registrato precipitazioni consistenti, talvolta eccezionali per il periodo. Sulle Alpi, per molti giorni, la neve è tornata a cadere copiosa: molte le località alpine oltre i 1300-1500 m da accumuli pressocché assenti hanno oggi un manto nevoso superiore ai 100-150 cm. Sulle aree pianeggianti e collinari del Distretto, ma anche sull’Appennino fino a 1200-1400 m, si sono registrate precipitazioni abbondanti tipicamente autunnali. A scala di Distretto si è assistito ad un “brusco” ritorno alla normalità.
“Per tutto l’inverno in ogni caso lo stato delle riserve idriche non è mai stato critico, nonostante le alte temperature e le scarse precipitazioni avessero fatto accendere i campanelli di allerta degli addetti ai lavori per la gestione della risorsa idrica – ha commentato il dirigente responsabile dell’Osservatorio sugli Utilizzi Idrici dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po Francesco Tornatore – Fortunatamente gli eventi precipitativi verificatisi hanno incrementato la disponibilità idrica al punto da portare il Distretto ad una situazione tale da far presagire un’estate senza problemi di disponibilità idrica. Dall’elaborazione degli ultimi dati meteorologici ed idrologici disponibili infatti emerge che tutte le sezioni principali del fiume Po (Piacenza, Cremona, Boretto, Borgoforte e Pontelagoscuro) risulta essere in condizioni idrologiche di “umidità moderata” e localmente anche “estrema” (Piacenza); ovvero, le portate che sono state registrate negli ultimi giorni per la prima metà di marzo sono risultate essere tra le più alte degli ultimi trent’anni. Tutti i Grandi Laghi regolati registrano volumi di invaso prossimi ai massimi storici o ai massimi di regolazione“.
Pertanto, considerando i volumi d’acqua stoccati nei Grandi Laghi, disponibili per le future regolazioni, i volumi d’acqua immagazzinati nel manto nevoso presente (Snow Water Equivalent) e i volumi immagazzinati nei primi 60 cm di suolo, che presenta ovunque uno stato di saturazione prossimo ai valori massimi, la disponibilità complessiva di risorsa idrica stoccata nel Distretto è compresa tra 8 e 9 miliardi di metri cubi (senza considerare la disponibilità idrica nelle falde profonde). Le previsioni meteorologiche per i prossimi cinque giorni non identificano precipitazioni significative a scala Distrettuale mentre successivamente è atteso un nuovo peggioramento delle condizioni meteorologiche che potrebbe apportare ulteriori accumuli precipitativi.
“La primavera meteorologica appena iniziata, che insieme a quella autunnale è la più umida – ha evidenziato il segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po Alessandro Bratti – offre le migliori condizioni di disponibilità idrica e questa più che buona disponibilità di risorse attuali ci consente di essere ottimisti per l’anno in corso, occorre però non abbassare la guardia per il futuro, affrontando le criticità di questi anni in modo pragmatico e sostenibile con territori e utilizzatori“.