I predatori naturali come uccelli, scarafaggi e ragni rappresentano un’alternativa efficace all’uso dei pesticidi nei campi riducendo le popolazioni di parassiti e aumentando i raccolti. Crollo della biodiversità, inquinamento dell’acqua e del suolo, rischi per la salute: l’uso massiccio di pesticidi chimici in agricoltura ha conseguenze negative ormai consolidate.
Il “biocontrollo”
Alcuni ricercatori, che pubblicano sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, hanno analizzato gli studi esistenti che esaminano l’efficacia alternativa di una forma di “biocontrollo“, basata sui predatori naturalmente presenti nei campi. “I predatori hanno ridotto le popolazioni di parassiti in media del 73% e hanno aumentato i raccolti in media del 25%”, conclude la loro analisi.
“Il nostro studio evidenzia che i predatori promuovono indirettamente i raccolti e forniscono servizi ecosistemici vitali che potrebbero persistere anche nel contesto dell’attuale cambiamento climatico”, scrivono i ricercatori con sede in Brasile, Stati Uniti e Repubblica Ceca. Tuttavia, non hanno confrontato direttamente la loro efficacia con quella dei pesticidi sintetici, che non è stata valutata nello studio.
Ma “molti altri articoli dimostrano il danno che i pesticidi infliggono agli ecosistemi e al biocontrollo”, osserva Gabriel Boldorini, dottorando presso l’Università brasiliana di Pernambuco e autore principale dello studio. “Il messaggio da portare a casa è che i predatori naturali sono buoni agenti di controllo dei parassiti e che il loro mantenimento è fondamentale per garantire questo controllo in futuro con il cambiamento climatico”, sottolinea.
Efficacia del “biocontrollo”
I ricercatori hanno scoperto che l’efficacia della presenza dei predatori era maggiore nelle regioni con una variabilità delle precipitazioni più marcata durante l’anno – una caratteristica che deve essere amplificata in alcune regioni con cambiamenti climatici. Un’altra conclusione: il biocontrollo effettuato da più specie di predatori non è più efficace di quello di una singola specie. “In generale, più specie ci sono, migliore è il funzionamento degli ecosistemi. Ma ci sono delle eccezioni“, osserva Boldorini.
Per il biocontrollo, la presenza di diverse specie di predatori consente certamente di colpire una varietà di tipi di parassiti nelle diverse fasi del loro sviluppo. Ma, d’altra parte, i predatori possono competere tra loro o addirittura mangiarsi a vicenda.