Bradisismo, Messa in sicurezza di Bagnoli e Nuovo Stadio di calcio

Un approfondimento su bradisismo ai Campi Flegrei, “risanamento” dei suoli a Bagnoli e costruzione dello stadio
MeteoWeb

Di Benedetto De Vivo* – Sono intervenuto sulle pagine MeteoWeb varie volte con miei punti vista, diciamo eterodossi, sul fenomeno del bradisismo in atto nei Campi Flegrei (e quindi anche a Bagnoli) e sul “risanamento” di Bagnoli. Rimando quindi alla lettura di tali contributi (1. https://www.meteoweb.eu/2023/12/bradisismo-campi-flegrei-presunta-nuova-scoperta-etica-scientifica/1001341803/; e altri links in 1; 2. De Vivo B., 2024. https://www.meteoweb.eu/2024/02/precisazioni-tecniche-di-chiarimento-su-vicenda-rimozione-non-rimozione-colmata-a-mare-nel-brownfield-site-di-bagnoli/1001362482/; e altri links in 2 su tema “risanamento” di Bagnoli; 3. Capitolo 16 di libro: De Vivo B., Lima A., Albanese S., Auriemma G., Manno M. and Roberts E., 2024. The Bagnoli-Napoli brownfield site in Italy: Before and after the first remediation phase. In: De Vivo B., Belkin H.E. and Lima A. (Eds), Environmental Geochemistry, Elsevier (The Netherlands). ISBN: B978-0-443-13801-0.00006-2. Elsevier (Netherlands), pp. 549-588.).

Intervengo ora su altro argomento che sta interessando i Napoletani, e in particolare i tifosi della squadra del Napoli (dei quali faccio parte); vale a dire la proposta, a molti sembrata provocatoria, del Presidente del Napoli di costruire a Bagnoli, su una parte dei suoli per i quali è previsto il “risanamento”, il nuovo stadio del Napoli da 60.000 posti, più varie altre strutture legate all’attività calcistica.

Ebbene, quando questa proposta è stata portata a conoscenza dei cittadini, subito si sono accese le discussioni con tanti pareri a favore o contro, senza una reale conoscenza delle problematiche connesse, sia riguardo al “risanamento” dei terreni di Bagnoli sia al bradisismo dei Campi Flegrei. Cercherò di chiarire in merito a tali argomenti: bradisismo, “risanamento” dei suoli, costruzione di stadio.

Nei giorni scorsi sono stato contattato da un vecchio Professore della Federico II, come me in pensione, che mi chiedeva: “Benedetto, tu che sei un esperto sia del bradisismo in atto che della problematica connessa al “risanamento” dei suoli/mare di Bagnoli, cosa ne pensi? Ti sembra percorribile questa proposta di De Laurentiis?” Il tutto a fronte di una replica del Sindaco Manfredi, che dichiarava che la proposta di De Laurentiis per Bagnoli sarebbe improponibile in quanto a Bagnoli, nei prossimi 5 anni si dovranno fare le operazioni di “bonifica” dei suoli (con l’ennesimo enorme esborso di denaro pubblico). De Laurentiis parlava invece di una fattibilità molto più ravvicinata.

Ho risposto al mio interlocutore, ex collega Universitario, che la proposta di De Laurentiis fosse non solo percorribile, ma anche auspicabile e che, le dichiarazioni del Sindaco Manfredi fossero abbastanza discutibili, in quanto quello che viene da lui presentato come elemento ostativo, in realtà non lo è affatto. Per il semplice motivo che la costruzione di un impianto sportivo sui terreni di Bagnoli, determinerebbe anche una automatica messa in sicurezza dei suoli (anche se del tutto impropriamente si continua a definire il promesso “risanamento” di Bagnoli come “bonifica”, e non come si dovrebbe definire “messa in sicurezza” del sito. A fronte di questo grande errore di fondo, nel quale si persevera da decenni, invitavo il mio interlocutore a suggerire al “suo ex collega”, Sindaco di Napoli, di raccogliere informazioni a livello internazionale, in modo da poter verificare, per esempio, come una delle ultime, recenti, Olimpiadi (Sydney) sia stata organizzata in impianti sportivi costruiti su di un sito ex industriale dismesso (brownfield site). Costruzioni che hanno nella sostanza portato alla “messa in sicurezza” del sito e non alla sua “bonifica”, con un risparmio enorme per il Paese organizzatore dei Giochi Olimpici, l’Australia. Ma in quel Paese si ragionava in funzione dell’interesse pubblico, mentre a Napoli sembra che l’interesse pubblico non sia tenuto nella stessa considerazione. Pare che si voglia addebitare tutti i costi allo Stato con benefici per i privati (a meno di non interpretare male le recenti dichiarazioni del Sindaco che chiede soldi pubblici e nello stesso tempo apre ai privati).

Ma a questo punto il mio collega docente universitario, mi ha fatto un’altra obiezione, scrivendomi: “Benedetto, ma sei impazzito, Bagnoli è nella Zona Rossa dei Campi Flegrei!!). Gli ho subito risposto :“Guarda che anche  lo Stadio Maradona” è nella Zona Rossa dei Campi Flegrei… allora, invece di ristrutturarlo, come propone il Sindaco, bisognerebbe abbatterlo?”. Facendo anche notare che nelle Zone Rosse NON si devono costruire assolutamente abitazioni ad uso residenziale (cosa, penso, che progettano di fare a Bagnoli), ma che è possibile fare costruzioni sia per attività sportive, che commerciali.

Che poi per la costruzione di un nuovo stadio sia consigliabile scegliere un’area esterna alla Zona Rossa dei Campi Flegrei (esempio ad Afragola) è altro discorso (vedi ad esempio necessità di adeguati mezzi di trasporto per i 60.000 spettatori), che riguarda le scelte che vorrà fare il Presidente De Laurentiis. Ma, tornando a Bagnoli, non è possibile non contestare dal punto di vista tecnico la congruità delle cifre richieste dal Sindaco per il “risanamento” del sito, delle quali abbiamo avuto notizia dalla stampa, per effettuare una messa in sicurezza semplice, veloce ed economica, come si fa in tutto il mondo.

Ricordo in proposito una circostanza verificatasi circa 40 anni fa. Il Prof. Felice Ippolito (del quale mi vanto di essere stato collaboratore per circa 30 anni) mi diceva che in occasione dell’evacuazione degli abitanti di Pozzuoli durante la crisi bradisismica di fine anni ‘80, quando si progettava la costruzione della new town di Monteruscello, lui propose ad AGIP/ENEL di provvedere a fornire la nuova città di energia geotermica a bassa entalpia. AGIP/ENEL avevano infatti effettuato ben 15 sondaggi profondi per accertare la potenzialità geotermica dei Campi Flegrei. Non fu possibile sfruttare tale risorsa per creare una centrale geotermica per produrre elettricità, per 2 ragioni: La prima era l’elevata salinità dei fluidi geotermici (fino al 65% di NaCl Equiv), la seconda l’elevata densità abitativa dei Campi Flegrei. Ma saggiamente il Prof. Ippolito suggeriva lo sfruttamento almeno del gradiente termico per il riscaldamento della new town. La risposta che ricevette Ippolito, sull’impossibilità di proseguire nella direzione che lui suggeriva, era motivata dal fatto che per la costruzione della new town di Monterusciello si era già provveduto ad appaltare lavori e altro e non si poteva fare marcia indietro. Quindi pur essendo vero che il suggerimento del Prof. Ippolito fosse fatto in funzione dell’interesse pubblico, non fu possibile mettere in pratica le sue proposte.

Pertanto le autorità preposte al “risanamento” di Bagnoli (obbiettivo per il quale da oltre trent’anni si spendono soldi pubblici senza alcun risultato), dovrebbero evitare di sostenere tesi che si pongono in netto contrasto con tutto quanto si fa nel resto del mondo civile, dove non sarebbe mai potuto consentire un simile sperpero di denaro pubblico (si può calcolare una cifra totale, fra denari pubblici spesi e previsti da spendere, di circa 2,3 miliardi di euro!). Bisogna ricordare che il caso del brownfield site di Bagnoli, NON è assolutamente un unicum mondiale. Basta considerare i tantissimi esempi virtuosi realizzati nel mondo civile. Di unico, nel caso di Bagnoli, c’è solo l’immane sperpero, a fronte di nessun risultato, di denaro pubblico. Si ricorda che l’area di Bagnoli a 32 annni dalla dismissione della fabbrica è ancora interdetta, quindi negata ai cittadini e circondata da un muro invalicabile.

Riporto di nuovo (vedi link n.2 e 3 in premessa) all’attenzione dei cittadini e di chi dovrebbe presiedere alla salvaguardia dell’interesse pubblico, che per le soluzioni, semplici e veloci da me reiteratamente esposte e diffuse a mezzo stampa per la messa in sicurezza di tutta l’area di ex sito industriale, compresa la rimozione della colmata (ancora prevista dalla Legge), servono € 318 milioni, che potrebbero arrivare all’importo massimo di € 415 milioni, calcolando un 30% in più di eventuali costi aggiuntivi imprevisti.

1. Scavo Colmata a mare

Scavo                                                                               € 25.975.000

Trasporto e messa in posto materiale non contaminato   € 6.679.000

Trasporto e messa in posto materiale contaminato          € 102.415.000

Sub Totale                                                                       € 135.069.000

2. Colmata a Mare-Sabbia – Trasporto e Messa in posto € 468.000

3. Costruzione scogliera – lunghezza tot circa 900 m. € 111.780.000

4. Barriera bio-reattiva (Iniezione di carbonio attivo polverizzato) € 474.000

5. Aquagate/sedimite (Sedimenti marini)                      € 5.589.000

6. Capping del sito                                                           € 53.433.000

TOTALE                                                                        € 318.813.000

7. Costi aggiuntivi-Imprevisti (30%)                              € 95.644.000

TOTALE                                                                € 414.457.000      

* Benedetto De Vivo: Adjunct Prof: Virginia Tech, Blacksburg 24061, VA, USA; Nanjing University, Nanjing, Cina; Hubei Polytechnic University, Huangshi, Cina. Già Prof. Ordinario di Geochimica Ambientale presso Univ. di Napoli Federico II. 2019 Gold Medal Award dell’Association of Applied Geochemists. In Lista di University Manchester, UK, tra i Top Italian Scientists (nella Disciplina Natural & Environmental Sciences). Prof. Straordinario presso l’Università Telematica Pegaso, Napoli

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