Il bilancio delle vittime del ciclone Gamane, che si è abbattuto sul Madagascar mercoledì 27 marzo, è salito a 18, con case spazzate via e più di 20.000 sfollati. I venti violenti hanno sradicato gli alberi mentre torrenti d’acqua si sono riversati nei villaggi quando il ciclone, che inizialmente avrebbe dovuto sfiorare l’isola dell’Oceano Indiano nell’Africa meridionale orientale, ha cambiato rotta e ha colpito il nord.
Secondo le statistiche pubblicate oggi dall’Ufficio nazionale per la gestione dei disastri e dei rischi (BNRGC), 18 persone sono state uccise (rispetto alle 11 del rapporto precedente), 20.737 sono state sfollate e 5.371 sono le abitazioni colpite. Altre quattro persone risultano disperse. Nelle regioni di Diana e Sava, nel nord, ponti e strade sono stati spazzati via e case e campi di riso sono stati sommersi. Alcune persone sono annegate, mentre altre sono state uccise dal crollo delle case o dalla caduta di alberi, secondo le autorità. Il ciclone si è mosso lentamente, amplificando i suoi effetti distruttivi.
L’allerta ciclone è stata revocata ieri mattina dopo che la parte peggiore della tempesta ha portato raffiche di vento di oltre 210km/h. Secondo i meteorologi, il ciclone Gamane si è trasformato in tempesta tropicale e dovrebbe lasciare l’isola nel pomeriggio. La stagione dei cicloni nell’Oceano Indiano sudoccidentale dura normalmente da novembre ad aprile, con una dozzina di tempeste che passano ogni anno.