Clima, nuove soluzioni con la metrologia per misurare meglio la temperatura della Terra

Registrare valori accurati della temperatura dell'aria è un'operazione più complessa di quanto si pensi: nuova sfida per la metrologia
MeteoWeb

Superare le difficoltà tecniche e scientifiche che ancora caratterizzano la rilevazione della temperatura dell’aria per misurare in modo più rapido e accurato l’aumento di temperatura che sta subendo la Terra: è questa la nuova sfida della metrologia, al centro di numerosi progetti di ricerca europei e mondiali illustrati dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Physics.

Registrare valori accurati della temperatura dell’aria è un’operazione più complessa di quanto si pensi. Le misure sono influenzate da diversi fattori esterni (come la radiazione solare, la presenza di vento, le numerose interazioni tra il sensore e l’ambiente, la sua protezione da pioggia, neve diretta o condensazione, la posizione stessa del termometro) che possono introdurre errori e incertezze nelle misure.

Queste difficoltà rendono pressoché impossibile definire procedure univoche per la taratura dei termometri in aria. È proprio dalla metrologia, la scienza che si occupa di migliorare le capacità di misura, che arrivano iniziative di studio e soluzioni. “Gli studi sul cambiamento del clima si basano sulle cosiddette anomalie annuali o mensili, variazioni relative di temperatura dell’aria rispetto a periodi di riferimento. Questo metodo ci permette di osservare il riscaldamento globale in modo molto specifico e conferma il lavoro dei climatologi degli ultimi decenni“, afferma Andrea Merlone, dirigente di ricerca dell’Inrim. “Il miglioramento a cui punta ora la metrologia è dare un ulteriore supporto alle misure di temperatura dell’aria per permettere di cogliere i trend in modo più rapido, più accurato, assoluto e con maggiori sensibilità di misura. Aumenteremo anche la capacità di confrontare dati da stazioni in luoghi e ambienti diversi: dai poli all’Everest, dai deserti alle aree costiere”.

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