Il tumore cardiaco di cui ha sofferto Flavio Briatore, e per il quale è stato sottoposto a intervento chirurgico di asportazione della massa, è una forma tumorale rara, con una incidenza pari allo 0,1-0,2% di tutti i tumori. Ha una prevalenza netta delle forme benigne ed una volta rimosso le percentuali di successo e di guarigione sono molto alte.
“I tumori che colpiscono più frequentemente il cuore sono i mixomi, neoplasie di natura prevalentemente benigna, capsulate a consistenza gelatinosa che crescono nell’atrio sinistro o nell’atrio destro del cuore – spiega il Dott. Alberto Tripodi, cardiochirurgo a Maria Cecilia Hospital, ospedale di Alta Specialità a Cotignola (RA) di GVM Care & Research -. Il trattamento è chirurgico. L’approccio utilizzato prevede sia la tradizionale sternotomia mediana sia tecniche mininvasive effettuate attraverso una minitoracotomia destra. Imprescindibile è l’ausilio della circolazione extracorporea. Solitamente, una volta escisso il tumore, si assiste alla risoluzione completa della patologia. Se il trattamento chirurgico viene eseguito correttamente, infatti, non si hanno metastasi. Il principale rischio connesso all’intervento è legato alla consistenza particolarmente friabile della massa, la quale si può frammentare causando eventi embolici. Esistono, tuttavia, anche patologie neoplastiche maligne del cuore, quali sarcomi e rabdomiosarcomi, che colpiscono la componente muscolare. Hanno un’incidenza estremamente bassa, ma la prognosi è generalmente sfavorevole. Tali tumori infatti, infiltrano la parete muscolare del cuore, rendendo spesso non praticabile una completa eradicazione se non con un rischio operatorio proibitivo”.
I mixomi colpiscono prevalentemente le donne, con una frequenza maggiore nella terza e quarta decade di vita, ma possono presentarsi, seppur in casi molto rari, in tutte le fasce d’età. Nella grande maggioranza dei casi il tumore è asintomatico se non quando raggiunge volumi importanti. In questi casi si avvertono affanno e astenia o, in casi più rari, si può avere una embolizzazione. Per questo la prevenzione è fondamentale.
“Essendo un tumore prevalentemente asintomatico, non di rado la diagnosi è occasionale, durante di una visita medica di controllo, effettuata per pregresse patologie, oncologiche o cardiache – spiega il Dott. Tripodi -. Il primo approccio diagnostico è l’ecocardiografia, a cui fanno seguito esami di secondo livello quali la Tomografia Computerizzata (TC) e la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) del torace che restituiscono un’immagine definita della massa tumorale e indicazioni precise circa la forma, le dimensioni e la sede di impianto”.