Un’ombra del passato emerge per mettere in discussione la nostra sicurezza ambientale: i rifiuti nucleari dell’era della Guerra Fredda, sepolti sotto strati di tempo e indifferenza. Secondo quanto riferiscono gli ufficiali, il cambiamento climatico potrebbe agitare questi resti tossici, portando alla luce una pericolosa eredità che rischia di causare gravi danni.
“Rifiuti esposti entro il 2100”
“Non si è tenuto conto dei cambiamenti ambientali a lungo termine durante lo smaltimento“, afferma un portavoce ufficiale.
Un recente rapporto federale avverte che il crescente riscaldamento globale, che sta causando la fusione dei ghiacci artici e l’aumento del livello del mare, potrebbe disturbare i rifiuti nucleari seppelliti dagli Stati Uniti decenni fa. “I rifiuti potrebbero essere esposti entro il 2100“, riporta il documento.
Questo allarme risuona con particolare urgenza nei siti di test nucleari sparsi per il mondo, dove il militare statunitense detonò armi nucleari nell’atmosfera, lasciando dietro di sé un’eredità di contaminazione radioattiva. Tuttavia, ciò che rende questa minaccia ancora più insidiosa è il fatto che i rifiuti furono inizialmente nascosti sotto il terreno e presumibilmente dimenticati, ignorando completamente le conseguenze a lungo termine di tali operazioni.
“Il militare era nella fretta della Guerra Fredda. Con il senno di poi, avrebbero potuto fare un lavoro migliore“, sottolinea un esperto di ingegneria nucleare.
Il pericolo nelle lastre di ghiaccio
Una delle aree più critiche è la Groenlandia, dove sostanze chimiche inquinanti e liquidi radioattivi derivati da una centrale nucleare presso Camp Century, una base di ricerca militare, sono rimasti intrappolati nelle lastre di ghiaccio. “Potrebbero sciogliersi nei prossimi decenni, mettendo a rischio le risorse idriche e alimentari della regione“, avverte il rapporto.
La situazione nelle Isole Marshall è altrettanto preoccupante, con il Runit Dome nell’atollo di Enewetak che funge da sito di smaltimento dei rifiuti radioattivi. Tuttavia, l’aumento del livello del mare potrebbe mettere a rischio la stabilità del domo, esponendo la popolazione locale a rischi inimmaginabili.
“Il rischio effettivo rappresentato dai rifiuti nucleari è ancora oggetto di dibattito“, dichiara un funzionario delle Isole Marshall.
Il professor William Roy, esperto di ingegneria nucleare, plasmica e radiologica presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, sottolinea che la mera menzione di materiali radioattivi tende a scatenare una paura generalizzata, spesso sproporzionata rispetto al reale rischio.
“Tuttavia, questa paura non dovrebbe oscurare l’urgente necessità di affrontare il problema dei rifiuti nucleari in modo proattivo e responsabile“, conclude Roy.