A La Palma scoperte due faglie attive, le prime delle Canarie

Per i geologi, le due faglie appena scoperte sull'isola di La Palma sono responsabili dell'eruzione vulcanica del 2021
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Ora c’è una spiegazione per le crepe e altri danni apparsi recentemente in costruzioni dell’isola di La Palma (Canarie), ma considerati non legati all’eruzione vulcanica del 2021. A provocarli sarebbero state le due faglie attive appena scoperte da un gruppo di ricerca dell’Istituto Geologico e Minerario (IGME) spagnolo, che negli ultimi due anni e mezzo ha analizzato a fondo le caratteristiche sotterranee dell’isola.

Una delle principali novità dei loro studi, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista specializzata ‘Applied Sciences’ e riportati da El País, è appunto la constatazione dell’esistenza di almeno due fratture profonde attive sotto l’arcipelago delle Canarie, dove si pensava non ce ne fosse nessuna. Stando al responsabile dello studio dell’IGME, Miguel Ángel Rodríguez-Pascua, queste faglie sono anche decisive per spiegare il motivo dell’eruzione del 2021 (durata circa tre mesi, tra settembre e dicembre). “Senza di loro, un’eruzione come quella non ci sarebbe stata“, ha spiegato a El País. Si tratta, infatti, di spaccature della crosta terrestre che arrivano anche a 10 chilometri di profondità, offrendo al magma sottostante una possibile via d’uscita.

Le faglie, rinominate Tazacorte e Mazo, attraversano l’isola da parte a parte. La ricerca che ha portato alla loro scoperta è partita dopo diverse segnalazioni di crepe in case, muretti e altre strutture anche in punti distanti da quelli in cui sono passate colate di lava o colpiti dallo sciame sismico legato all’eruzione. In alcuni casi, si trattava di danni ricorrenti nel corso degli anni, riscontrati anche prima del 2021. Per i geologi, il motivo è il fatto che quelle costruzioni erano state erette proprio sopra le due faglie venute ora alla luce.

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