Lo studio accurato delle calotte polari di Marte rappresenta uno degli obiettivi fondamentali delle missioni spaziali che esplorano il pianeta rosso in quanto conservano informazioni cruciali sull’evoluzione del clima marziano. Sebbene la presenza di acqua sulla superficie in ere geologiche passate sia stata dimostrata attraverso vari dati, i processi che hanno portato alla perdita di acqua dalla superficie e dall’atmosfera sono ancora poco conosciuti. La misurazione accurata della concentrazione dei tre principali elementi nelle calotte polari – polvere, ghiaccio secco e ghiaccio d’acqua – è quindi un risultato fondamentale per determinare la quantità di acqua ancora presente sul pianeta rosso.
Un team di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale e dello Space Robotics Investigation Group (Spring) della Sapienza Università di Roma ha utilizzato nuovi metodi e modelli matematici combinando dati geofisici acquisiti da differenti missioni spaziali per fornire, per la prima volta, una mappa accurata della distribuzione del ghiaccio d’acqua nel polo sud di Marte. Il lavoro, pubblicato sulla rivista Icarus, ha importanti implicazioni nello studio dell’evoluzione del clima dei pianeti terrestri. I risultati ottenuti hanno consentito di vincolare la concentrazione e la distribuzione del ghiaccio d’acqua nel polo sud marziano: le stime indicano che l’80% della superficie di questi depositi presenta una concentrazione di acqua pari o superiore al 50%. È stato inoltre possibile stimare il volume d’acqua nella calotta polare, che si attesta circa tra 1 e 1.3 milioni di chilometri cubi.
La mappatura della presenza di polvere mostra inoltre una frazione di volume molto elevata nelle zone occidentali, confinanti con i probabili resti di una calotta polare formata in ere geologiche precedenti. Si ritiene che l’asse polare di Marte abbia subito una migrazione dalla posizione della calotta polare più antica a quella attuale, probabilmente a causa di un impatto. La presenza di polveri potrebbe confermare la formazione di tali depositi in epoche precedenti. “La conoscenza accurata della composizione della calotta polare rappresenta uno degli obiettivi scientifici principali per comprendere l’evoluzione del clima marziano – spiega Antonio Genova, coordinatore dello studio – Comprendere le cause naturali che hanno determinato variazioni temporali delle condizioni climatiche su pianeti analoghi è di grande rilevanza e si inserisce nel contesto della ricerca sul cambiamento climatico terrestre“.