Mileva Marić: la donna a cui Albert Einstein ha “rubato” il premio Nobel

"Ma ora, anche se sei comprensibilmente arrabbiata con me, devi almeno darmi credito di non aver aggiunto offesa ad offesa"
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Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna“, una frase che abbiamo sentito spesso, ma a cui abbiamo dato poco credito perché ci sembra banale. Forse, però, in questo caso è l’espressione giusta. Stiamo parlando di Mileva Marić, la prima moglie di Albert Einstein. La vita e il lavoro di Mileva sono stati oggetto di dibattito e controversia, in quanto alcuni che sostengono che abbia svolto un ruolo fondamentale nell’elaborazione delle idee che hanno portato alla teoria della relatività di Einstein e che quest’ultimo le abbia “rubato” il premio Nobel.

Chi era Mileva Marić

Mileva Marić nacque il 19 dicembre 1875 a Titel, una cittadina della provincia dell’Impero Austro Ungarico, oggi parte della Serbia. Figlia di Miloš, un ex militare, e di Marija, crebbe in un ambiente modesto ma intriso di valori come l’educazione e il lavoro duro. Fin dall’infanzia, Mileva dimostrò una spiccata intelligenza, ma la sua vita fu segnata anche da un difetto fisico che la costrinse a zoppicare per tutta la vita. Nonostante ciò, il suo desiderio di apprendere e di eccellere negli studi scientifici non conobbe ostacoli.

Nell’autunno del 1896, Mileva Marić si iscrisse al Politecnico di Zurigo, dove incontrò Albert Einstein, giovane studente di fisica con cui condivise non solo la passione per la materia, ma anche l’amore per la musica. Tra le aule del Politecnico, Mileva e Albert formarono un legame profondo, caratterizzato da lunghe discussioni scientifiche e serate dedicate alla musica. La loro intesa, sia intellettuale che emotiva, li portò a collaborare strettamente in ambito accademico, condividendo idee e sostenendosi reciprocamente nei momenti di difficoltà.

Nonostante le sfide familiari e personali, Mileva perseguì con determinazione i suoi studi, dimostrando una resilienza straordinaria. La sua relazione con Albert Einstein, oltre a essere una storia d’amore, fu anche una collaborazione intellettuale significativa. Eppure, nonostante le sue straordinarie realizzazioni, la vita di Mileva è stata spesso oscurata dalla luce abbagliante del genio maschile. È giunto il momento di riscoprire la sua storia, di onorare il suo contributo alla scienza e di celebrare il suo spirito indomito.

Mileva e Albert

L’inizio della loro vita insieme è stato segnato da una serie di difficoltà e avversità che hanno posto alla prova il loro amore e la loro determinazione. La famiglia di Einstein non era favorevole al matrimonio, vedendo Mileva come una compagna poco adatta per il giovane Albert. Quest’ultimo, ancora privo di un’occupazione accademica adeguata, si trovava a dover affrontare le pressioni della sua famiglia e la mancanza di prospettive professionali concrete.

Nel 1901, Mileva, incinta e in una situazione finanziaria precaria, si presentò all’esame finale per ottenere la laurea, ma fu bocciata. La nascita della loro primogenita, Lieserl, avvenuta nel 1902, in un periodo in cui il matrimonio non era ancora stato celebrato ufficialmente, aggiunse ulteriori complicazioni alla loro situazione. L’incertezza sul destino di Lieserl, che potrebbe essere stata data in adozione o morta poco dopo per una malattia, gettò un’ombra cupa sulle loro vite.

Il matrimonio

Nonostante queste difficoltà, Mileva e Albert si sposarono nel 1903, ma Albert continuava a lottare per trovare un lavoro accademico adeguato. La sua unica opzione sembrava essere un impiego nell’ufficio brevetti di Berna, che accettò nel 1905. Nel frattempo, nacque il loro secondo figlio, Hans Albert, e Mileva si adattò al ruolo tradizionale di moglie e madre, sacrificando le proprie ambizioni per sostenere il marito nella sua carriera.

Nonostante il ruolo apparentemente subordinato che Mileva doveva assumere, il loro legame intellettuale rimaneva intenso e profondo. Albert riconosceva l’intelligenza straordinaria di Mileva e la incoraggiava a coltivare le sue passioni scientifiche. Insieme, discutevano delle nuove teorie fisiche che stavano rivoluzionando il mondo della scienza, e Mileva era costantemente aggiornata sui progressi e gli articoli pubblicati dal marito.

La collaborazione scientifica

La loro collaborazione scientifica, che molti hanno ipotizzato essere stata più stretta di quanto comunemente riconosciuto, fu un elemento chiave nel periodo dell’annus mirabilis di Einstein nel 1905, quando pubblicò una serie di articoli che cambiarono il corso della fisica moderna. Anche se Mileva non ricevette mai il riconoscimento che forse meritava per il suo contributo, il loro legame intellettuale rimase un pilastro della loro relazione.

La loro vita coniugale, già segnata da difficoltà e sacrifici, si sgretolò sotto il peso delle pressioni esterne e delle incompatibilità personali. Nel 1914, Mileva tornò a Zurigo con i figli e avviò le pratiche per il divorzio, ponendo fine a una storia d’amore che, nonostante tutto, rimarrà per sempre un capitolo indelebile nella storia della scienza e dell’amore.

Mileva: mamma della teoria della relatività

Mileva Marić ha svolto un ruolo cruciale nella formulazione matematica della teoria della relatività di Albert Einstein, contribuendo in modo significativo alla sua comprensione e alla sua formalizzazione.

Durante i loro anni di studio al Politecnico di Zurigo, Marić e Einstein lavoravano a stretto contatto su problemi matematici e concetti fisici avanzati. Marić, nota per la sua abilità matematica eccezionale, forniva un contributo sostanziale nel risolvere equazioni complesse e nell’analizzare i risultati teorici.

Alcuni sostengono che la celebre formula E=mc², sia totalmente opera di Mileva.

La sua profonda comprensione della matematica e della fisica teorica le permetteva di contribuire in modo significativo alla formalizzazione delle idee di Einstein. In particolare, si ritiene che Marić abbia giocato un ruolo chiave nella risoluzione di equazioni differenziali e integrali necessarie per derivare le formule fondamentali della teoria della relatività. Il suo coinvolgimento attivo nel processo di ricerca ha permesso di consolidare e chiarire concetti teorici complessi, contribuendo così alla comprensione e alla formalizzazione della teoria.

La biografia di Desanka Trbuhovic-Gjuric

Sebbene il suo contributo specifico possa essere oggetto di dibattito accademico, è indubbio che Maric abbia svolto un ruolo essenziale nella collaborazione intellettuale con Einstein.

In primo luogo, la biografia del 1969 scritta da Desanka Trbuhovic-Gjuric ha gettato nuova luce sul ruolo di Marić come più di una semplice compagna di vita di Einstein. Basandosi sulle prime opere complete di Einstein pubblicate all’epoca, Trbuhovic-Gjuric ha insinuato che il talento matematico e fisico di Marić abbia giocato un ruolo cruciale nello sviluppo della teoria della relatività ristretta del 1905. Tuttavia, la mancanza di prove documentali concrete ha reso questa interpretazione fragile sul piano storiografico, suscitando interrogativi sulla sua validità.

Il secondo fattore che ha alimentato la controversia è stato il ritrovamento e la messa all’asta di alcune lettere scambiate tra Einstein e Marić nel 1986. Queste lettere, conservate in una banca di Berkeley, California, hanno rivelato l’uso frequente del pronome “noi” da parte di Einstein quando si riferiva ai loro studi. Questo ha sollevato ulteriori speculazioni sul coinvolgimento di Marić nel lavoro di Einstein e ha portato a un’ampia discussione sul loro rapporto e sulla sua influenza sulla sua carriera scientifica.

Senza di lei Albert sarebbe stato Einstein?

Senza dubbio, la domanda cruciale da porsi è: Albert sarebbe stato l’Einstein che conosciamo oggi senza il contributo di Mileva Marić?

Mileva Marić non è stata semplicemente la moglie di Einstein, ma una forza intellettuale potente che ha permeato la sua vita e la sua carriera. Senza il suo sostegno e la sua ispirazione, è difficile immaginare che Einstein avrebbe raggiunto lo stesso livello di genialità e successo nella sua carriera scientifica.

Il doppio tradimento

Il declino della relazione tra Mileva Marić e Albert Einstein è stato un periodo oscuro e tumultuoso, segnato da un profondo disfacimento dei legami affettivi e professionali che una volta li univano.

Mentre la carriera di Albert decollava con successi scientifici senza precedenti, tra cui la celebre pubblicazione degli articoli che cambiarono le leggi della fisica nell’annus mirabilis del 1905, la vita di coppia si spezzava lentamente. Mileva, una volta compagna fedele e collaboratrice instancabile, iniziò a vedere sgretolarsi il rapporto con l’uomo che amava. L’intensità e la passione che una volta li univano si trasformarono in distanza emotiva e disinteresse reciproco.

Il tradimento di Albert non si limitò alla sfera sentimentale: anche nel campo scientifico, il suo comportamento si rivelò ingiusto e sprezzante nei confronti di Mileva. Nonostante il suo ruolo significativo nella formulazione delle idee fondamentali della teoria della relatività, Mileva fu ignorata e trascurata, mentre Einstein veniva esaltato come l’unico genio dietro quelle scoperte rivoluzionarie.

Il Premio Nobel

La rottura definitiva arrivò nel 1919, quando Mileva, con coraggio e dignità, pose fine al loro matrimonio, chiedendo solo la promessa che, se Einstein avesse mai vinto il premio Nobel, lei avrebbe ricevuto l’intera somma del premio, in qualche modo sapeva di meritarlo. La condizione fu accettata, e quando tre anni dopo Einstein ricevette il premio Nobel per la fisica, Mileva ricevette il denaro concordato, sebbene non senza ostilità da parte di Einstein.

Albert Einstein stesso una volta confessò: “Ho bisogno di mia moglie. Lei risolve tutti i miei problemi matematici.” Questa ammissione sottolinea l’importanza cruciale di Mileva Marić nel processo creativo di Einstein e nell’elaborazione delle sue teorie.

Inoltre, alcuni studiosi della vicenda, evidenziano che Mileva Marić trascorse un semestre all’Università di Heidelberg, in Germania, dove fu istruita da Philipp von Lenard, pioniere nello studio dell’effetto fotoelettrico e vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1905. Questa formazione, unica nel suo genere, gettò le basi per il lavoro che avrebbe portato Einstein a ricevere il premio Nobel. Infatti, Einstein fu riconosciuto per la sua interpretazione dell’effetto fotoelettrico, piuttosto che per la teoria della relatività, nel momento in cui fu onorato con il prestigioso premio.

La vita di Mileva dopo la separazione

La vita di Mileva dopo la separazione non fu facile: sola con due figli, affrontò difficoltà economiche e personali. Dedicò il resto dei suoi giorni a prendersi cura del figlio Eduard, lottando per garantirgli una vita dignitosa nonostante la schizofrenia che lo affliggeva.

Nonostante tutto, Mileva non ricevette mai il riconoscimento che meritava per il suo contributo alla scienza e alla società. Morì nel 1948, all’età di settantadue anni, portando con sé il peso di una vita segnata dall’ingiustizia e dal tradimento, ma anche dall’amore e dalla passione che aveva nutrito per Albert Einstein e per la scienza.

Il carteggio d'”amore”

Cara signorina,

il desiderio di scriverti ha infine conquistato la coscienza che sentivo colpevole per non aver risposto alla tua lettera per così tanto tempo, e mi ha permesso di evitare il tuo occhio critico. Ma ora, anche se sei comprensibilmente arrabbiata con me, devi almeno darmi credito di non aver aggiunto offesa ad offesa nascondendomi dietro flebili scuse, e per averti chiesto semplicemente e direttamente scusa oltre a una risposta il prima possibile.”

Così si legge in una delle lettere rinvenute che Albert Einstein inviava a Mileva. Chissà se, nonostante lei fosse “comprensibilmente arrabbiata” con lui, Albert Einstein le abbia mai chiesto scusa.

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