Negli ultimi giorni, forti nevicate hanno investito le Alpi, scaricando tanta neve. Logica conseguenze sono state le valanghe, numerose e anche impattanti. Tanti gli allarmi lanciati dalle autorità riguardo il pericolo di frequentare la montagna in queste condizioni meteo ma purtroppo non sono bastati ad evitare che due giovani vite venissero spezzate da altrettante valanghe in Alto Adige. Il 28 febbraio, è morto un 21enne di Monaco di Baviera; ieri, 3 marzo, un 16enne. Quest’ultimo, Markus Raffl di Plata, frazione di Moso in Passiria, è stato travolto dalla massa di neve a impianti chiusi.
“Lascia un po’ di tristezza anche perché le ultime tragedie in montagna hanno coinvolto persone giovani. Dispiace che i nostri continui appelli alla prudenza non vengano ascoltati e bollettini valanghe e meteo nemmeno letti”, commenta amaramente all’AGI, Giorgio Gajer, Presidente presso il Soccorso Alpino Alto Adige (CNSAS).
“Le persone non guardano i bollettini valanghe, vanno allo sbaraglio, ci sono strumentazioni obbligatorie da avere – dice Gajer – il problema quando ci sono simili tragedie è che molto spesso i nostri volontari operano in condizioni pessime, mettendo a repentaglio anche le loro vite: abbiamo avuto casi dove il soccorritore è rimasto coinvolto anche lui. Se c’è l’elicottero va bene, ma se le condizioni meteo non lo permettono c’è da operare via terra. Lo scorso anno, in Italia ci sono stati più di 10.000 interventi da parte degli uomini del Soccorso Alpino nazionale”.