Avvistato e catturato da un ricercatore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che da anni ne aveva fatto la propria ragione di vita, un esemplare di gatto di Schrödinger. Il misterioso felino, dalle qualità straordinarie, è chiamato così perché era stato il fisico Erwin Schrödinger, premio Nobel nel 1933, a ipotizzarne per primo l’esistenza.
Il paradosso del gatto di Schrödinger
C’è da dire che, da quando lo scienziato ne parlò per la prima volta, nel 1935, la comunità scientifica si era divisa tra chi condivideva la sua ipotesi e chi tacciava lo scienziato di essere addirittura folle. Infatti il gatto ipotizzato da Schrödinger, oltre ad essere un formidabile cacciatore di topi e roditori vari, oltre a mettere paura persino ai cani che, probabilmente ne intuiscono l’ambigua natura, ha una caratteristica unica e incredibile: può essere contemporaneamente sia vivo che morto.
Pare che i primi tempi persino Einstein si fosse dimostrato alquanto scettico sull’esistenza di tale gatto, cambiando idea solo dopo molti anni ed affermando: “Il non averci creduto è stato il più grande errore della mia vita”.
Tuttavia nessuno era riuscito finora a confermare l’esistenza dello strano animale, pur essendo essa stata ampiamente prevista in termini matematici (attraverso le equazioni di Schrödinger): da cui l’importanza della scoperta.
In effetti, la possibilità che un gatto possa essere contemporaneamente sia vivo che morto è difficile da comprendere. Ma ciò è vero solamente secondo i canoni della nostra vita quotidiana, non invece secondo i dettami della fisica quantistica, per i quali l’evento, non solo non è impossibile ma, anzi può rientrare nella normalità, secondo il principio della sovrapposizione degli stati.
Più precisamente, il gatto in questione può essere nello stesso tempo sia vivo che morto ma, è qua sta il punto, solo se viene lasciato in pace, per conto suo.
Nel momento in cui, invece, il gatto viene “disturbato” con una osservazione – e si badi bene, solo in tal caso – il felino collassa in un unico e ben preciso stato: cioè sarà soltanto vivo o soltanto morto, con il 50% delle probabilità per ognuno dei due stati. Da cui la domanda che per quasi un secolo ha fatto discutere gli scienziati: che fine ha fatto il gatto di Schrödinger?
Finora, tutti coloro che si erano cimentati nella ricerca del famigerato felino, erano riusciti a trovare esclusivamente gatti vivi o gatti già morti, cioè animali che, almeno all’apparenza, apparivano dei normalissimi esemplari di felis silvester catus o elis catus Linnaeus (gatto domestico).
Il gatto di Schrödinger è vivo o morto?
La bravura, ma è il caso di dire anche l’astuzia, del ricercatore che ha consentito la sensazionale scoperta, è stato il modo in cui ha condotto l’esperimento con il quale è stata confermata l’esistenza dell’animale. Il ricercatore infatti, durante l’esperimento ha fatto finta di non curarsi del gatto, guardando palesemente da tutt’altra parte, in modo che la bestia non si sentisse osservata, mentre era invece in azione una telecamera nascosta!
Solo così il ricercatore è riuscito a immortalare l’animale nel periodo in cui i due stati erano “sovrapposti” (cioè era sia vivo che morto). E solo dopo aver raggiunto lo scopo prefissato, lo scienziato è venuto allo scoperto, osservando senza remore il gatto che, come previsto a livello teorico, andava a qual punto ad assumere un solo e ben preciso stato, che fortunatamente è stato quello di “gatto-vivo”.
“Il gatto più misterioso del mondo”
Ecco allora che il ricercatore, senza distogliere gli occhi dal gatto, ha chiamato per telefono i suoi collaboratori affinché arrivassero immediatamente e, a turno, osservassero a loro volta con continuità l’animale al fine di non consentirgli il ritorno allo stato di sovrapposizione (vivo/morto) cui avrebbe potuto seguire, nella metà dei casi, lo stato di “gatto-morto”.
Il ritrovamento dell’animale è avvenuto nei giorni scorsi in un paesino alle pendici dell’Aspromonte e, da allora, il gatto è sorvegliato a vista da volontari che lo osservano a coppia, senza potersi distrarre, in attesa dell’arrivo dei tanti scienziati di svariati paesi che hanno espresso l’intenzione di studiare il felino.
Di seguito il filmato che documenta lo straordinario evento e che conferma in maniera inequivocabile l’esistenza di quello che era stato definito, non a torto, “il gatto più misterioso del mondo”.