Earth Day, FSC Italia: “dalle foreste certificate le alternative sostenibili alla plastica”

Forest Stewardship Council (FSC) Italia ricorda come ormai siano molte le alternative di origine vegetale alla plastica
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Il tema dell’edizione di quest’anno della Giornata Mondiale della Terra, che si tiene il 22 Aprile, promuove la riduzione della produzione di plastiche del 60% entro il 2040 e invita a sostenere la consapevolezza diffusa sul rischio ambientale derivante da questo materiale, a partire dall’eliminazione graduale di quella monouso. Attualmente gli esseri umani producono infatti più di 350 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ogni anno e senza cambiamenti radicali ai sistemi di produzione e consumo attuali, questo dato è destinato inesorabilmente a salire e a triplicarsi entro il 2060, raggiungendo l’incredibile cifra di un miliardo di tonnellate.

Le plastiche tradizionali rappresentano una grave minaccia per gli ecosistemi terrestri e marini, causando inquinamento, danni alla fauna selvatica e accumulo di rifiuti non biodegradabili. In occasione dell’Earth Day 2024 FSC Italia vuole dunque promuovere le opportunità derivanti dalla sostituzione della plastica con alternative di origine cellulosica ottenute dagli alberi – un passo cruciale verso la creazione di un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

“La gestione sostenibile delle risorse forestali è cruciale per garantire un futuro equilibrato per il nostro Pianeta. Le foreste svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio ecologico, nella conservazione della biodiversità e nella lotta ai cambiamenti climatici”, afferma Giuseppe Bonanno, Direttore di FSC Italia.

L’alternativa nella moda

Le alternative cellulosiche, in questo contesto, rappresentano una promettente via d’uscita: derivate da fonti rinnovabili come la cellulosa presente nel legno, sono spesso compostabili e biodegradabili e sono già impiegate per produrre borse riutilizzabili, materiali per imballaggi e fibre tessili – ma le possibilità d’uso sono potenzialmente infinite.

È il caso ad esempio delle fibre cellulosiche artificiali (Man-Made Cellulosic Fibres, MMCFs), come la viscosa e il lyocell: realizzate con pasta di legno disciolta, queste fibre derivano da materia prima rinnovabile, sono rispettose del clima e dell’ambiente – a patto che venga garantita la provenienza da foreste gestite in modo responsabile. Per promuoverne l’utilizzo nel settore della moda, FSC ha lanciato nel 2021 il Fashion Forever Green Pact, un appello alle aziende della moda e del tessile per frenare deforestazione e perdita di biodiversità attraverso l’uso di fibre a base cellulosica.

Il bambù per la casa

Un altro esempio arriva dal bambù, che può essere utilizzato per realizzare mobili e pavimenti, ma anche spazzolini da denti e stoviglie – oggetti che spesso sono fatti di plastica. Non solo: può anche essere lavorato per produrre tessuti, diventando spesso sostituto di acrilici e poliesteri nei nostri vestiti.

Il lattice

C’è poi la gomma naturale, prodotta estraendo il lattice, ossia la linfa liquida, da alcuni tipi di alberi tra cui l’albero della gomma (Hevea brasiliensis); classificato come polimero naturale, questo prodotto è durevole e resistente all’abrasione ed è per questo ormai utilizzato nell’automotive in sostituzione della versione sintetica per produrre pneumatici, pastiglie dei freni, airbag, guarnizioni dei finestrini ma anche suole e altre componenti di scarpe e vestiario.

La pellicola con gli scarti vegetali

Alcuni ricercatori dell’Università della British Columbia hanno sviluppato una pellicola di cellulosa che assomiglia e si comporta esattamente come la plastica, ma è biodegradabile. Questo prodotto deriva dalla scomposizione delle fibre di legno provenienti da scarti forestali, e il risultato è un film polimerico traslucido, resistente e idrorepellente.

Le alternative di origine cellulosica alla plastica, derivanti da fonti rinnovabili come la cellulosa, offrono un’opportunità unica per promuovere pratiche sostenibili e ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività quotidiane”, conclude Bonanno.

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