Ieri, 8 aprile 2024, è stato un giorno di straordinaria importanza, poiché si è verificata un’eclissi solare totale che ha offerto uno spettacolo indimenticabile. Questo evento celeste ha proiettato una vasta zona d’ombra attraverso il Nord e il Centro America, dal Messico fino alle regioni settentrionali del Canada. Per cogliere appieno questa eccezionale occasione, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha dispiegato vari gruppi di ricercatori in diverse località toccate dal percorso dell’eclissi. Equipaggiati con strumentazioni sofisticate e all’avanguardia, gli scienziati dell’INAF hanno condotto una serie di attività scientifiche mirate a comprendere e documentare il fenomeno in tempo reale. Utilizzando telescopi di precisione e fotocamere di alta qualità, hanno immortalato l’incantevole spettacolo dell’eclissi di Sole, consentendo a milioni di persone di vivere l’evento anche attraverso le immagini.
“L’osservazione dell’eclissi da Burleson (Texas) è andata alla grande,” ha raccontato a MeteoWeb Albino Carbognani, ricercatore dell’INAF-Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna. “Niente calca di persone, cielo sereno e una parte dei residenti che pregavano in chiesa per evitare eventi infausti“.
Le condizioni meteo sono state un’incognita fino all’ultimo: “Il meteo ha fatto tenere il fiato sospeso fino a due ore prima, ma durante la totalità il cielo era sgombro da nubi, che si sono riformate subito dopo. Ben visibili in cielo Venere e Giove, ma il cielo è rimasto un po’ chiaro, come 25-30 minuti dopo il tramonto“.
L’impegno dei ricercatori INAF non si è limitato alla semplice osservazione dell’eclissi solare. Grazie alla loro presenza sul campo e alla tecnologia a loro disposizione, hanno avuto l’opportunità di studiare una vasta gamma di fenomeni celesti che si manifestano sia durante l’eclissi, che nelle immediate vicinanze del Sole, ed oltre: “Spettacolare la corona solare con diversi pennacchi, visibile a occhio nudo come un anello molto luminoso attorno al disco della Luna. Visibili anche diverse protuberanze al bordo, di un bel rosso vivo. Non sono state viste le ombre volanti, ma le “falci volanti” sì: da alcuni minuti prima del secondo contatto a diversi minuti dopo il terzo contatto: apparivano come delle piccole falci d’ombra che si muovevano veloci sul lenzuolo bianco steso in terra,” ha concluso il ricercatore INAF.