Nel cuore dell’Eclissi Solare Totale dell’8 Aprile, esperto: “sveleremo fenomeni elusivi e sfuggenti”

A caccia di fenomeni elusivi: intervista ad Albino Carbognani, ricercatore dell’INAF-Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna
MeteoWeb

Lunedì 8 aprile 2024 si verificherà un’eclissi solare totale: il fenomeno produrrà una zona d’ombra che attraverserà il Nord e Centro America, dal Messico al Canada. Per l’occasione l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) sarà nei luoghi che verranno attraversati dall’eclissi con vari gruppi di ricercatori, per svolgere una serie di attività scientifiche e riprendere in tempo reale il fenomeno con telescopi e fotocamere. Con strumenti all’avanguardia, i ricercatori INAF non solo immortaleranno uno tra gli eventi astronomici più rari e affascinanti, ma intendono anche studiare altri fenomeni celesti (in prossimità del Sole e oltre).

Da Burleson (Texas), Albino Carbognani andrà “a caccia” di fenomeni elusivi: “Le eclissi totali di Sole sono un’opportunità unica per cercare di scoprire corpi minori che sono troppo vicini al Sole per essere visti in condizioni normali e troppo deboli per essere rilevati dalle sonde dedicate alle osservazioni solari,” ha spiegato ai microfoni di MeteoWeb il ricercatore dell’INAF-Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna.

Carbognani proverà a verificare quante stelle si possono riprendere in cielo durante l’eclissi: “Il Sistema Solare interno all’orbita di Mercurio è ancora sconosciuto, non perché sia particolarmente distante da noi, ma per la presenza della nostra stella che, con la sua luce molto intensa, impedisce ai telescopi sulla Terra l’osservazione diretta dei suoi paraggi. Quando la Luna occulta il Sole, la situazione cambia, ma solo per pochi minuti e bisogna “cogliere l’attimo“,” sottolinea il ricercatore. “In eclissi precedenti si è arrivati a rilevare stelle fino alla magnitudine +13 circa, ossia circa 63 volte più deboli delle stelle appena visibili a occhio nudo. Naturalmente dipende molto dall’attrezzatura disponibile. Visto che il cielo durante un’eclissi totale di Sole non diventa mai completamente buio perché l’ombra della Luna sulla Terra ha un’estensione di soli 200-300 km, è un po’ come cercare di osservare le stelle circa 30-40 minuti dopo il tramonto del Sole. Questo è un esperimento molto interessante da fare: a occhio nudo, mezz’ora dopo il tramonto del Sole, si possono vedere solo i pianeti più brillanti come Venere e Giove, ma con fotocamere e telescopi si possono riprendere stelle molto più deboli, normalmente invisibili a occhio nudo anche a notte fonda“.

carbognani eclissi

Il ricercatore INAF tenterà anche l’osservazione dei cosiddetti “vulcanoidi“, oggetti attorno al Sole all’interno dell’orbita di Mercurio, previsti dalle teorie sulla formazione del Sistema solare: “Si tratta di un’ipotetica popolazione di asteroidi che formerebbe una fascia tutta interna all’orbita di Mercurio, con distanze comprese fra 15 e 30 milioni di km dal Sole. Vengono chiamati vulcanoidi in omaggio all’ipotetico pianeta Vulcano previsto dall’astronomo francese Le Verrier nella seconda metà del XIX secolo. Vulcano non esiste, ma il nome è rimasto. Le osservazioni con sonde dallo spazio hanno permesso di escludere la presenza di vulcanoidi più grandi di 6 km: durante le eclissi totali di Sole si può andare alla ricerca di oggetti fino a circa 2 km di diametro“. Maggiori informazioni sui vulcanoidi si trovano sul blog del ricercatore, asteroidiedintorni.blog.

Un altro obiettivo sarà documentare l’elusivo e imprevedibile fenomeno delle “ombre volanti“, una serie di bande parallele alternativamente chiare e scure dovute alla rifrazione degli ultimi raggi solari, pochi istanti prima dell’inizio della totalità, da parte dell’atmosfera terrestre. “Si tratta di un fenomeno atmosferico molto elusivo, non sempre osservabile,” spiega il ricercatore INAF. “Una maggiore documentazione sul fenomeno è utile per cercare di delimitare le particolari condizioni in cui si verificano“.

Durante questa eclissi c’è anche la possibilità di riprendere su un unico fotogramma tutti i pianeti del Sistema Solare, da Mercurio a Nettuno, più la cometa 12P/Pons-Brooks in un gigantesco “ritratto di famiglia”. “La possibilità di avere su un unico fotogramma tutti i pianeti, Sole, Luna e la cometa 12P ha il suo fascino,” sottolinea Carbognani. “Peraltro la cometa ha superato la soglia della visibilità a occhio nudo, ora è di magnitudine +4, quindi facilmente fotografabile“.

Infine, verranno riprese le varie fasi dell’eclissi e la totalità con la cromosfera e la corona solare: lo scopo sarà didattico e divulgativo, in quanto, nonostante il ciclo solare stia raggiungendo il massimo, non dovrebbero esserci particolari soprese in questo ambito: “Mentre nelle settimane scorse la fotosfera solare era ricca di regioni attive con delle macchie solari associate molto estese (alcune così grandi da essere visibili a occhio nudo), ieri il Sole si presentava abbastanza tranquillo, con solo una modesta macchia solare appena sorta al bordo ovest del Sole. Se resterà “tranquillo” fino alla data dell’eclissi è probabile che la corona solare (l’atmosfera più esterna della nostra stella), non presenti strutture di rilievo“.

Comunque il 2024 è l’anno previsto per il massimo del ciclo solare undecennale, quindi aumenti di attività con la nascita di nuove regioni attive sono sempre possibili,” conclude il ricercatore INAF.

Condividi