L’ultima perturbazione ha portato cieli e neve rossa sulle Alpi Marittime e Liguri. Questa mattina “verso i limiti inferiori della fascia innevata lo strato di neve rossa è stato portato alla luce dalla fusione del manto nevoso e il Monte Ray, sopra Entracque, appariva rossastro contrastando con il bianco candore del Monte Lausetto che gli sta alle spalle,” rende noto l’Ente Aree Protette delle Alpi Marittime, Ente strumentale della Regione Piemonte che gestisce due Parchi e 8 Riserve naturali in provincia di Cuneo. “Lo strato rosso è stato registrato anche nella spettacolare stratigrafia (210 cm) eseguita nei giorni scorsi dai guardiaparco a valle del Colletto Campanin (Comune di Limone Piemonte). A 15 cm circa dalla superficie nevosa è stato trovato uno strato di alcuni centimetri di neve mista a sabbia sahariana“.
Si tratta di “un evento ricorrente tant’è che è diffuso il detto “D’invèrn a quita nen ‘d fiôché fin-a che a-riva nen la fiòca rôssa” (L’inverno non è finito finché non arriva la neve rossa) ricordato anche nel diario del 1866 di don Carlo Bruno, professore di Fisica al Seminario di Mondovì, quando il 15 gennaio scopre che la nevicata della notte aveva tinto di rosso-mattone tutta la val Tanaro“.
L’Ente ricorda che la presenza di sabbia sahariana “accelera la fusione della neve ma ha anche un effetto sugli ecosistemi. La polvere sahariana con rilevanti apporti di fosforo, fertilizza il suolo elemento chiave per lo sviluppo delle piante“.