Una scienza che sia protagonista delle decisioni politiche. Un Ufficio Scientifico e Tecnologico di supporto alla presidenza del Consiglio. La riforma dell’abilitazione scientifica nazionale. Sono solo alcuni degli obiettivi contenuti ne ‘Il Manifesto della Scienza‘ presentato ieri mattina a Roma, nel corso dell’evento ‘La Scienza al centro dello Stato‘ patrocinato dalla Presidenza del Consiglio e promosso dalla Italian Scientists Association (ISA), sigla che riunisce oltre 500 tra Top Scientists e professori universitari che superano le soglie da commissario dell’abilitazione scientifica nazionale.
L’evento, moderato dalla giornalista Monica Maggioni, ha visto la partecipazione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla quale il preside Isa ha consegnato il manifesto. “Un documento del quale il governo intende fare tesoro” ha assicurato Meloni, spiegando che “il tempo che stiamo affrontando è fatto di copiose sfide estremamente complesse, che richiede conoscenza e approccio pragmatico e concreto, possibile solo se siamo in grado di rimettere in campo un’alleanza tra il mondo delle istituzioni e il mondo della scienza“. Presenti anche il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il divulgatore scientifico e giornalista Alberto Angela e la Top Scientist Maria Irene Bellini, insignita nel 2022 del premio riservato alle 40 migliori chirurghe under 40 a livello mondiale dall’Association of Women Surgeons (AWS). “Sono tanti gli ambiti nei quali la scienza può offrire un contributo e bisogna partire dal concetto di dialogo e contatto con le istituzioni. Non si può chiudere nei laboratori ma manifestare la sua volontà di collaborare” ha spiegato Antonio Auricchio, presidente dell’Isa.
“L’auspicio dell’associazione è che il Manifesto avvii non solo un dibattito su questioni di interesse comune, ma anche la creazione di tavoli tematici dedicati all’approfondimento di argomenti specifici, attraverso un dialogo diretto tra scienziati e decisori politici – si legge nel documento -. Un obiettivo ancor più ambizioso sarebbe l’istituzione di un Ufficio Scientifico e Tecnologico che fornisca supporto alla presidenza del Consiglio in alcuni ambiti strategici, per rafforzare e promuovere la scienza e la tecnologia italiane, collaborare con enti governativi locali e territoriali, per sviluppare strategie unificate e programmi efficaci nel campo scientifico e tecnologico, coinvolgendo industria, mondo accademico, associazioni e società civile, garantendo equità, inclusione e integrità in tutti gli aspetti della scienza e della tecnologia” conclude il manifesto.
“Bisogna muoversi subito per avere un paese all’altezza del futuro, che è fatto di sfide drastiche – è stata la riflessione di Alberto Angela –. Per fare crescere i nostri figli che sviluppi i loro talenti e premi le eccellenze. Il nostro Paese ha bisogno del pensiero scientifico, ossia del metodo scientifico nel pensare che altro non è che distillato di buonsenso. Dove sarebbe oggi Sinner – ha chiesto infine il noto divulgatore scientifico – se qualcuno non avesse coltivato il suo talento?“.
La presenza di Giorgia Meloni all’Italian scientists association è un segnale importante verso una nuova alleanza tra politica e scienza, per riportare l’Italia alle glorie del passato. L’idea del premier è quella di dare il massimo impulso a un dialogo rinnovato tra le istituzioni e la ricerca, necessario in tempi in cui si affacciano “copiose sfide complesse“, usando i termini del premier. L’Isa ha presentato questo ‘Manifesto della Scienza‘ in sei punti per avviare, spiega l’associazione, non solo un dibattito con i decisori su questioni di interesse comune, ma anche la creazione di tavoli tematici dedicati all’approfondimento di argomenti specifici. La proposta degli scienziati è quella di istituire anche un Ufficio Scientifico e Tecnologico che fornisca supporto alla Presidenza del Consiglio in alcuni ambiti strategici. Il documento è “prezioso“, commenta la premier e assicura che il governo “intende farne tesoro”. Tra le sfide che si affacciano, una delle più urgenti da affrontare, per il presidente del Consiglio, è quella dell’Intelligenza artificiale generativa che già oggi può essere sostituito l’intelletto, portando l’uomo in un mondo in cui “non è più al centro“. L’Ia apre quindi scenari con i quali “siamo chiamati a confrontarci molto più velocemente di quanto non si stia facendo”, rileva Meloni. Il timore è che si “baratti la libertà con la comodità” e che “quando ce ne accorgeremo potrebbe essere troppo tardi”, avverte.
Quanto all’enorme tema climatico e alla transizione ecologica necessaria, il premier non pensa solo alle energie rinnovabili, parla anche di gas, idrogeno, economia circolare. Senza dimenticare la “grande prospettiva, il grande sogno“, si spinge a dire, di produrre in futuro energia pulita e illimitata dalla fusione. Il presidente del Consiglio sogna un contributo determinante dell’Italia, patria di Enrico Fermi, per arrivare prima al traguardo: “Con le nostre eccellenze possiamo continuare a regalare al mondo un futuro migliore e diverso“. D’altra parte, ricorda, spesso l’Italia è stata all’avanguardia dei tempi, ecco perché, ribadisce, “Scienza e politica devono tornare a quell’equilibrio che è stato alla base della nostra civiltà”: “L’Italia da un po’ di tempo ha dimenticato di sognare e ha dimenticato quello che è capace di fare quando sogna. La nostra sfida oggi è tornare a pensare in grande“. D’altra parte, scandisce, “l’eredità ha un senso se si raccoglie e si tramanda“.