Qualcuno aveva predetto il naufragio del Titanic

Ma cosa ha spinto Robertson a immaginare una tragedia così simile a quella che si sarebbe verificata anni dopo?
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Nel vasto panorama della letteratura dell’Ottocento, spesso ci imbattiamo in opere che sembrano prefigurare eventi futuri in modo sorprendente. Un caso emblematico di ciò è rappresentato dal romanzo “Futility” (Futilità) di Morgan Robertson, pubblicato nel 1898, che presenta una trama straordinariamente simile al tragico naufragio del Titanic, avvenuto ben 14 anni dopo. Questo enigma letterario continua ad affascinare studiosi e appassionati, sollevando domande sulla natura del destino e della previsione.

La storia di “Futility”

La storia di “Futility” si svolge a bordo di un transatlantico chiamato Titan, che incontra la sua rovina in mezzo all’Atlantico dopo essersi scontrato con un iceberg. La vicenda del Titan immaginario presenta notevoli somiglianze con quella del Titanic reale, tanto da sollevare interrogativi sul possibile fenomeno della precognizione o della semplice coincidenza.

In primo luogo, la similitudine nei nomi delle navi, Titan e Titanic, è immediatamente evidente e intrigante. Entrambi i vascelli erano giganteschi transatlantici, considerati all’epoca come tra i più sicuri e moderni al mondo. Entrambi erano dotati di tre eliche e due alberi, e potevano trasportare circa 3.000 passeggeri. Inoltre, entrambe le navi avevano la reputazione di essere “inaffondabili” grazie alla loro avanzata tecnologia navale.

Ma le affinità non si limitano alla pura coincidenza dei nomi. Entrambi i naufragi si sono verificati lungo la stessa rotta tra il Regno Unito e New York, in prossimità del mese di aprile. Entrambe le tragedie hanno avuto luogo poco prima della mezzanotte e a nord di Terranova. E in entrambi i casi, il destino delle navi è stato segnato dall’impatto con un iceberg, con conseguenze drammatiche per molti dei passeggeri a bordo.

Altre somiglianze emergono quando si considera il numero e la disposizione delle scialuppe di salvataggio a bordo. Sia il Titan che il Titanic erano sottoprovvisti di mezzi di salvataggio sufficienti per tutti i passeggeri e l’equipaggio, una carenza che avrebbe avuto gravi conseguenze durante le operazioni di soccorso.

Intuizione o coincidenza?

Ma cosa ha spinto Robertson a immaginare una tragedia così simile a quella che si sarebbe verificata anni dopo? Alcuni sostengono che il romanzo “Futility” rifletta semplicemente le conoscenze e le preoccupazioni dell’epoca riguardo alla navigazione transatlantica e ai rischi connessi con gli iceberg. Tuttavia, altri credono che ci possa essere stato qualcosa di più, una sorta di intuizione o visione prospettica che ha permeato l’opera di Robertson.

Infine, vale la pena considerare il contesto storico e culturale in cui è stato scritto il romanzo. Alla fine del XIX secolo, la paura degli iceberg e dei naufragi era diffusa, alimentata da una serie di incidenti marittimi e dalla crescente competizione tra le compagnie di navigazione per la supremazia nei viaggi transatlantici. In questo contesto, non sorprende che un autore avesse potuto immaginare una tragedia simile a quella del Titanic.

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