Di Benedetto De Vivo* – Su Il Corriere del Mezzogiorno del 16.4.24, il giornalista Roberto Russo, in articolo “Campi Flegrei, la TV Svizzera: “Napoli sepolta sotto 30 metri di ceneri vulcaniche”, commenta quanto riportato nel documentario della TV Svizzera Rsi, vale a dire irresponsabili, scenari apocalittici per Napoli, derivanti da potenziale eruzione catastrofica dei Campi Flegrei. Il tutto, completamente slegato dalla realtà fattuale dei dati scientifici. Tali scenari, non sono molto diversi in verità da quelli evocati in un analogo documentario francese, trasmesso un paio di anni fa da RAI 2 (se ben ricordo). Nel documentario francese, c’era l’aggravante che a presentare tale scenario apocalittico come evento potenzialmente possibile, fosse il vulcanologo Italiano, con ruolo di vertice in ambito Protezione Civile. Tutto sbagliato? Certamente no; diciamo che il tutto potrebbe essere plausibile in una prospettiva di tempistica geologica. Il comico dell’intervento del vulcanologo in documentario francese, è che dopo avere spiegato gli effetti immediati di una violentissima, improvvisa, eruzione pliniana nei Campi Flegrei (di cui veniva mostrato un filmato virtuale), su domanda del giornalista sui tempi di accadimento dell’eruzione catastrofica dal momento di allarme, dichiarava candidamente che si sarebbe trattato di ore… per poi concludere con un invito accorato ai collaboratori di INGV, di darsi da fare con le esercitazioni di piano di evacuazione per Zona Rossa dei Campi Flegrei. A caldo, incredulo su quanto sentivo, osservai, “ma se tutto si verifica in poche ore, a cosa si deve “preparare” la popolazione se non ad una repentina morte?” In considerazione soprattutto di vie di fuga inesistenti per la popolazione a rischio, sia per Vesuvio che Campi Flegrei. In ogni caso il vulcanologo di vertice della Protezione Civile, annunciò seraficamente, bontà sua, anche che Napoli se non fosse distrutta da eruzione dai Campi Flegrei, sarebbe invasa da altro futuribile evento: uno tsunami, proveniente dallo Stromboli! E meno male che non abbia incluso anche l’arrivo di un meteorite su Napoli….
Questi documentari, che non esito a definire di impronta “terroristica”, non portano alcun contributo nella direzione della mitigazione del rischio vulcanico (ma in genere anche di altri rischi “naturali”, da me sempre definiti disastri umani, non naturali, Vedi: De Vivo B., 2018. Natural or human disasters? Authonomy of science from politics. Congreso Futuro, Santiago, Cile (0rganizzato dal Senato della Repubblica del Cile); De Vivo B., 2019. Natural or human disasters? Authonomy of the science from politics: Facts, needs, and challenge in Italy. The International Conference on Geoethics 2019. Oct 30th-Nov 4th, 2019. Prague and Pribram, Czec Republic). In tal senso a fronte di tanta attenzione verso processi e fenomenologie naturali, non si interviene mai, contro eclatanti, potenziali, disastri umani che vengono accuratamente preparati, con assoluta ignoranza dei processi naturali.
Cito qui il caso, fra i tanti, della costruzione del più grande Ospedale dell’Italia meridionale (noto come Ospedale del Mare) in piena Zona del Vesuvio. Ebbene come mai i tanti vulcanologi, presunti esperti sul comportamento dei vulcani attivi, non hanno mai preso una posizione netta al momento della costruzione e del collaudo di detta opera umana (potenzialmente destinata ad essere invasa e distrutta da un flusso piroclastico del Vesuvio)?
La sostanza è che “scoprire” l’ovvietà, prendendo posizione pseudo-scientifica sul comportamento del vulcano X e Y, è molto semplice. Schierarsi invece, apertamente su solide basi scientifiche, contro le decisioni scellerate (come quella della costruzione e collaudo di Ospedale del Mare in Zona Rossa del Vesuvio), può comportare qualche problema, per esempio, per la propria carriera o altro. Meglio “coprire” tutto almeno con il silenzio/assenso. Intra alia in articolo di R. Russo su Corriere del Mezzogiorno, un Ricercatore, tira in ballo l’esistenza di 2 camere magmatiche nei Campi Flegrei: una fra 4-5 km di profondità, altra intorno a 10 km di profondità. Non viene spiegato quali evidenze esistano per supportare l’esistenza della fantomatica camera magmatica a profondità fra 4-5 km. Mentre è certa l’esistenza di una camera magmatica a circa 8-10 km di profondità (da evidenze geofisiche), non mi risulta che la stessa evidenza esista per una presunta camera a 4-5 km di profondità.
Tutto ciò detto, va precisato che la fenomenologia vulcanica naturale andrebbe valutata sulla base di 2 tempistiche, molto differenti: la scala dei tempi geologici e la scala dei tempi umani.
Sulla base della tempistica geologica ciò che è stato detto in TV Svizzera potrebbe anche essere plausibile, se non esistessero dati scientifici di INGV/OV sull’evoluzione del bradisismo, che non supportano assolutamente la possibilità dell’evento catastrofico evocato. Rispetto alla tempistica geologica si tratta di ricordarsi del Principio dell’Uniformitarismo di Charles Lyell (1797-1875), uno dei Padri fondatori della geologia (che detta: ciò che si è verificato nel passato, si verifica nel presente, e ciò che si verifica nel presente si è verificato nel passato). Tenendo però ben presente cosa dicono i dati scientifici attualmente rilevati da stazioni di monitoraggio in continuo di INGV/OV.
La storia geologica del vulcanismo della Piana Campana e dei Campi Flegrei è ben nota, a partire da età > di 350.000 anni fa fino al Presente (Vedi datazioni di eventi vulcanici in ultimi 500.000 anni, in: De Vivo B., Rolandi G., Gans P. B., Calvert A., Bohrson W. A., Spera F. J. and Belkin H. E., 2001. New constraints on the pyroclastic eruptive history of the Campanian volcanic Plain (Italy). Mineralogy and Petrology, 73: 47-65; Rolandi G., Bellucci F., Heizler M. T., Belkin H. E. and De Vivo B., 2003. Tectonic controls on the genesis of ignimbrites from the Campanian Volcanic Zone, Southern Italy. Mineralogy and Petrology, 79: 3-31). Intra alia, nelle citate pubblicazioni, si dimostra scientificamente che l’eruzione, nota come Ignimbrite Campana, datata a 39.000 anni fa, non proviene dai Campi Flegrei, ma da faglie (fratture) che bordano la Piana Campana. La grande eruzione che ha dato origine ai Campi Flegrei, è quella del Tufo Gianno Napoletano (datato a 15.000 anni prima del Presente).
I territori della Campania sono stati, in particolare prima dai Greci, e poi dai Romani, caratterizzati sempre da densità relativamente alta di abitanti. Per quale motivo? Semplice: i terreni vulcanici sono particolarmente fertili e quindi garantivano ricchezza e benessere per le popolazioni che vi si insediavano (non a caso i Romani definivano il territorio campano, come Campania Felix). Questi insediamenti abitativi si sono incrementati a dismisura in particolare negli ultimi 100 anni, con una edificazione, spesso fuori controllo e contro ogni regola di prudenza rispetto alle fenomenologie/processi naturali. In primis dovuti alla presenza di vulcani attivi: Somma-Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia. In queste aree a mettere freno alla crescita dissennata, senza regole, sarebbe stata necessaria la presenza di una componente scientifica e di uno Stato, non asserviti ai voleri speculativi e quindi elettoralistici della politica.
Cosa avrebbe dovuto e dovrebbe fare, in particolare, la componente scientifica? a) Evitare ogni forma di sensazionalismo e catastrofismo; b) Ragionare solo e soltanto sulla base dei dati scientifici rilevati da Ricercatori e Istituzioni preposte al monitoraggio del territorio; c) Schierarsi, senza se e senza ma, contro ogni forma di ulteriore crescita residenziale del territorio, quindi in primis contro emanazione di ulteriore condoni edilizi; d) Intervenire, senza se e senza ma, contro le Amministrazioni pubbliche che autorizzano costruzioni scellerate di opere sensibili come l’Ospedale del Mare; e) Spingere, sempre senza se e senza ma, a che lo Stato e le Amministrazioni locali, provvedano ad horas alla costruzione di ampie vie di fuga (strade almeno a 4 corsie) per consentire una velocissima evacuazione delle popolazioni a rischio da Zone Rosse.
In merito all’immediato del fenomeno del bradisismo in atto, non mi dilungo, rimandando a diverse pubblicazioni scientifiche su riviste scientifiche internazionali e ai tanti miei interventi su MeteoWeb (da 1 a 17, di seguito). Confermo solo, in modo molto sintetico, che il bradisismo negli ultimi 4.500 anni circa, dopo l’eruzione catastrofica di Agnano-Monte Spina, non ha mai prodotto una eruzione pliniana, catastrofica (evocata in documentario di TV svizzera), con la eccezione della piccolissima eruzione (essenzialmente freato-magmatica) di Monte Nuovo, nel 1538. E questo è vero sia per i Campi Flegrei che per altri vulcani al mondo dove si verificano fenomeni simili al bradisismo flegreo: vale a dire che il bradisismo non è prodromo, di norma, di una eruzione. Allo stato dell’arte, sulla base dei dati raccolti in continuo da INGV, l’evento peggiore che si potrebbe verificare, è appunto una eruzione freatica tipo quello di Monte Nuovo
4. https://www.meteoweb.eu/2022/03/il-bradisismo-flegreo-e-i-terremoti-nei-campi-flegrei/1776129/
5. https://www.meteoweb.eu/2023/07/bradisismo-flegreo-terremoti-campi-flegrei/1001271140/
8. https://www.meteoweb.eu/2023/10/bradisismo-campi-flegrei-cronistoria/1001309770/
9. https://www.meteoweb.eu/2023/10/bradisismo-allarmismo-rischio-eruzione-campi-flegrei/1001317122/
10. https://www.meteoweb.eu/2023/11/bradisismo-campi-flegrei-etica-scientifica/1001325407/
12. https://www.meteoweb.eu/2023/11/campi-flegrei-bradisismo-magma-ballerino/1001331593/
16. https://www.meteoweb.eu/2024/03/bradisismo-messa-in-sicurezza-bagnoli-stadio-calcio/1001389055/
17. https://www.meteoweb.eu/2024/04/rischio-vulcanico-campi-flegrei-stadio-bagnoli/1001403518/)
*Benedetto De Vivo: Adjunct Prof: Virginia Tech, Blacksburg 24061, VA, USA; Nanjing University., Nanjing, Cina; Hubei Polytechnic University, Huangshi, Cina. Già Prof. Univ. di Napoli Federico II. Ora Prof. presso Univ. Telematica Pegaso, Napoli. 2019 Gold Medal Award dell’Association of Applied Geochemists.