Nuovi studi hanno individuato la presenza di specifici grassi, chiamati bis(monoacilglicerolo)fosfati (o BMP), che si accumulano in tutti i tessuti del corpo con il passare degli anni e che potrebbero giocare un ruolo chiave nell’invecchiamento. Secondo quanto riportato in uno studio recentemente pubblicato su Nature Aging, l’esercizio fisico potrebbe essere in grado di ridurre la presenza di questi grassi. La ricerca è stata condotta presso l’Università di Amsterdam UMC, in collaborazione con i colleghi del Maastricht UMC, e ha coinvolto sia studi su topi sia sull’analisi di tessuti umani ottenuti tramite biopsie.
Riekelt Houtkooper, professore presso il laboratorio di Malattie Metaboliche Genetiche dell’Amsterdam UMC, sottolinea l’importanza di questi risultati: “L’idea che potremmo invertire l’invecchiamento è stata a lungo considerata fantascienza, ma questi risultati ci permettono di comprendere molto di più il processo di invecchiamento“.
Lo studio ha esaminato dieci tessuti differenti nei topi, tra cui muscoli, reni, fegato e cuore, evidenziando un aumento dei bis(monoacilglicerolo)fosfati in tutti i tessuti degli animali più anziani. Questo suggerisce un accumulo di tali lipidi durante l’invecchiamento. Inoltre, è stato confermato che tale accumulo si verifica anche negli esseri umani, come evidenziato dalle biopsie muscolari prelevate da persone anziane.
Infine, i ricercatori hanno osservato che il livello di BMP diminuiva nei partecipanti attivi dopo un intervento che includeva un’ora di esercizio al giorno. Questi risultati aprono nuove prospettive nella comprensione del processo di invecchiamento e suggeriscono la possibilità di studi futuri per comprendere meglio il ruolo dei BMP nell’invecchiamento, le conseguenze dell’accumulo di tali grassi sul processo di invecchiamento e se esistono altri metodi oltre all’esercizio fisico per influenzare i livelli di BMP.