Fondazione Roma investe 1 milione in un fondo di venture capital per sostenere in maniera significativa le startup che lavorano nel campo della Space Economy. Le prospettive della Space Economy e le grandi opportunità di un settore che sta vivendo un momento di rapido sviluppo delle tecnologie e delle competenze, da accompagnare con adeguati investimenti, sono stati alcuni dei temi del dibattito del secondo Simposio promosso da Fondazione Roma a cui hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, l’ambasciatore Giampiero Massolo, l’astronauta Luca Parmitano e il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente.
In un contesto economico globale, si sta delineando una nuova prospettiva per l’esplorazione dello spazio, coinvolgendo non solo governi e agenzie nazionali, ma anche aziende private, start-up e grandi industrie. In questo scenario, l’Italia, grazie alle competenze consolidate nel corso degli ultimi decenni, si presenta come un attore chiave chiamato a svolgere un ruolo di primo piano.
La legge sullo spazio italiano e gli investimenti nella Space Economy
Dai dati emersi nel corso del Simposio, si stima che entro il 2030, la nuova economia dello spazio raggiunga un valore mondiale di circa mille miliardi di dollari. In questo scenario, le entità pubbliche sono chiamate a mantenere e incrementare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie, nonché a sostenere attivamente l’industria spaziale, facilitando le operazioni delle imprese e potenziando le infrastrutture.
Serve, però, una regolamentazione robusta, che imponga limiti, ma che soprattutto fornisca garanzie solide. In tale contesto, si colloca la prossima legislazione nazionale sulle politiche spaziali, mirata a istituire un quadro normativo in linea con gli accordi internazionali ratificati dal nostro Paese. In Italia, con circa 400 aziende e 10.000 addetti, si parla già di un impegno senza precedenti nel settore spaziale, grazie alle risorse allocate anche dal PNRR. Entro il 2026, gli investimenti italiani nella Space Economy potrebbero raggiungere i 7,3 miliardi di euro.
Per l’importanza della tematica e per il suo valore, il Simposio è stato inserito nel calendario ufficiale della Giornata del Made in Italy (Gnmi). “L’economia del futuro sarà sempre più strettamente connessa alle attività spaziali, determinando una serie di sfide che devono darci lo slancio verso l’innovazione e il progresso scientifico, che ritengo fondamentali per il futuro sviluppo del settore. L’innovazione è anche uno dei temi centrali del Collegato sulla Space Economy alla legge di bilancio, la prima legge italiana sull’economia dello spazio, che abbiamo predisposto e che verrà resa nota nelle prossime settimane“, dichiara il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il suo intervento. “Verosimilmente il primo ramo del Parlamento potrà approvare il disegno di legge quadro sullo spazio prima dell’estate“, ha affermato Urso, precisando che si stanno definendo dei “capitoli interessanti” che consentiranno di far fare un salto qualità all’attività delle imprese e anche delle Pmi attive nel settore.
La promozione della crescita economica e sociale “del territorio in cui operiamo è uno dei nostri obiettivi principali – ha sostenuto il Presidente di Fondazione Roma, Franco Parasassi – e la nostra scelta di investire un milione di euro in un fondo di venture capital che supporti in maniera significativa le startup che lavorano nel campo della Space Economy va proprio in questa direzione. Anche in forza degli elementi emersi in questo secondo Simposio, vogliamo promuovere un dialogo con altri soggetti pronti a seguire questo esempio e chiamare a raccolta tutti quelli che puntano ad investire in aziende giovani della “Space Economy”. “Un settore – conclude il Presidente Parasassi – che è una vera e propria eccellenza del Made in Italy, con prospettive di sviluppo notevoli sia dal punto di vista economico che delle competenze”.
Valente: “Italia unico Paese europeo che presidia tutta la filiera spaziale”
“L’Italia è l’unico Paese europeo che presidia tutta la filiera spaziale“. Lo ha detto Teodoro Valente, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) al simposio “Più Spazio per tutti”, organizzato dalla Fondazione Roma. “L’Italia è presente in tutti i settori cruciali – ha continuato Valente – dall’accesso allo spazio, all’abitabilità, dalla navigazione all’osservazione della Terra”. Il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana ha aggiunto che tutto questo avviene grazie al supporto del governo e al ruolo dell’ASI all’interno dell’Agenzia Spaziale Europea dove, ha precisato, “siamo diventati il secondo Paese sottoscrittore al pari dei francesi“, sottolineando che per lo sviluppo del comparto “è fondamentale a mio avviso mettere a terra tutte le iniziative previste dal PNRR”.