“La caldera dei Campi Flegrei potrebbe registrare, prima o poi, una nuova attività eruttiva. Ci auguriamo che avverrà il più tardi possibile. Ad oggi non ci sono segnali di risalita in superficie del magma, che resta lontano dai livelli di allerta. I terremoti sono legati al bradisismo e le magnitudo restano moderate. Avvengono però a profondità superficiali, ecco perché la popolazione li avverte distintamente“: è quanto ha dichiarato, in un’intervista a Repubblica, Francesca Bianco, dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV. “Dal 2005 c’è una crisi bradisismica con il sollevamento del suolo, in media di 10 mm al mese“, e “la causa è in larga parte riconducibile al degassamento del magma, in profondità“.
Per quanto riguarda il futuro, “non immaginiamo terremoti di magnitudo catastrofiche, dai 6 gradi in poi, perché non vi sono, nei Campi Flegrei, strutture sismogenetiche di dimensioni ampie, compatibili con scosse di quel tipo. Non escludiamo i 5 gradi, ma la probabilità è molto bassa“. “Non facciamo previsioni: l’attività potrebbe scemare, come negli anni ’80, o proseguire a lungo, o evolvere con una risalita di magma e, dunque, con uno scenario eruttivo. Oggi non abbiamo evidenze di questo tipo“.