Acqua, ISTAT: perdite idriche in distribuzione più alte nei capoluoghi delle Isole

Il rapporto ISTAT rileva che in più di un capoluogo su tre si registrano perdite idriche totali in distribuzione superiori al 45%
MeteoWeb

L’efficienza del servizio di distribuzione dell’acqua potabile nei comuni capoluogo, misurata attraverso l’indicatore di perdite idriche totali (quota dell’acqua immessa in rete che non raggiunge gli utenti finali), ha subito, nel periodo 2012-2022, un peggioramento fino al 2016, quando ha registrato il valore massimo del 39,0%, mentre a partire dal 2018 è iniziato un graduale miglioramento, scendendo al 35,2% nel 2022. Lo rileva il Rapporto Ambiente Urbano 2022 di Istat.

Indice del fatto che in queste città sono indirizzati in misura maggiore gli investimenti dei gestori del servizio idrico, nel 2022 le perdite nei capoluoghi sono più basse rispetto ai comuni non capoluogo (45,3%) e al totale di tutti i comuni (42,4%). In più di un capoluogo su tre, tuttavia, si registrano perdite totali in distribuzione superiori al 45% e in quattro capoluoghi su 10 le perdite sono in aumento rispetto al 2020.

Sebbene le perdite totali in distribuzione presentino un andamento molto variabile, in tutto il periodo esaminato le differenze territoriali e infrastrutturali ripropongono il consolidato gradiente Nord-Sud, con le situazioni più critiche nei capoluoghi del Mezzogiorno: nel 2022 si va dal 22,4% del Nord-Ovest al 50,3% delle Isole. Migliore la condizione dell’infrastruttura idrica nei capoluoghi metropolitani rispetto agli altri capoluoghi, con perdite idriche totali rispettivamente del 31,0% e 40,2% nel 2022.

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