Addio al chirurgo Paolo Spada, voce della rubrica “Pillole di ottimismo”

Paolo Spada è morto a 56 anni dopo una lunga malattia: il ricordo del virologo Silvestri con cui aveva creato “Pillole di ottimismo”
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Il mondo della medicina dice addio a Paolo Spada, chirurgo vascolare dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano. Aveva 56 anni ed era malato da tempo. “Ieri notte Paolo Spada ci ha lasciati. Si è spento serenamente circondato dai familiari”, scrive in un lungo post sul suo profilo Facebook il virologo Guido Silvestri, in forze negli USA alla Emory University di Atlanta. Insieme, Spada e Silvestri erano stati anima dell’iniziativa ‘Pillole di ottimismo‘ che ha accompagnato gli italiani con interventi divulgativi basati su dati scientifici durante la pandemia di Covid.

Per me – scrive Silvestri – e lo so che fa strano dirlo, Paolo è stato un ‘regalo’ del Covid, nel senso che probabilmente non ci saremmo mai conosciuti senza la pandemia. Lui chirurgo-vascolare all’Humanitas, io patologo alla Emory. Entrambi con la passione per la scienza ed i numeri, ci siamo ‘incontrati’ via web agli inizi della pandemia, con la nascita delle Pillole di ottimismo, di cui Paolo è stato dall’inizio alla fine il leader e la voce più influente, con la sua rubrica quotidiana ‘Numeri in Pillole’, che per due anni ha fornito all’Italia l’unico termometro vero ed affidabile dell’andamento dei contagi regione per regione“.

Ma, aggiunge Silvestri, “oltre a presentare i numeri con grafici aggiornati, facili da capire ed affidabili al 100% – tanto che li usavano come punto di riferimento anche al Ministero della Salute – Paolo aggiungeva i suoi commenti a volte brevi, a volte più articolati, che si aprivano sempre con la frase ‘ben ritrovati’. Commenti in cui andava di là dei numeri nudi e crudi, comunicando messaggi di razionalità e buon senso, sempre avvolti da profonda empatia umana. Per migliaia di persone le parole di Paolo sono state una vera e propria ‘salvezza psicologica’ in un momento di grande difficoltà“.

Paolo, continua Silvestri, “amava molto la frase ‘ottimismo che viene dalla conoscenza’, inventata nel marzo 2020 mentre dilagava il catastrofismo Covid, alimentato a volte da ‘buone intenzioni’ ma spesso da sciacalli a caccia di vantaggi politici e/o visibilità mediatica, per definire in poche parole l’idea che la conoscenza che viene dalla scienza generi un profondo ottimismo esistenziale con cui è possibile affrontare con coraggio e senza panico anche la sfida terribile di un nuovo virus, senza cadere nel negazionismo (i cui disastri conosciamo dai tempi dell’Aids). La storia ha mostrato quanto Paolo avesse ragione”.

Ma Spada ha utilizzato la sua empatia in più modi, dando anche voce a una puntata del video podcast dell’Humanitas ‘Nel segno della cura’, al quale ha affidato un racconto speciale – come scrive lo stesso Irccs nella presentazione – “quello di un medico che, ad un tratto, si trova a indossare i panni del paziente”. “L’idea di svegliarsi un giorno con una diagnosi terribile è l’incubo di ogni medico, un brutto sogno che ti cambia l’esistenza. A me è successo – raccontava Spada – Da anni convivo con una patologia seria, ma ne ho tratto un ulteriore insegnamento: in un percorso di vita che per tutti quanti è a termine, lungo o corto che sia, l’importante è dargli un significato e vivere appieno la propria esistenza”.

Spada sapeva parlare di sé in modo scanzonato (“Sono da sempre stato un nerd appassionato di grafici e di Excel“), ma anche lanciare messaggi profondi e d’ispirazione per i giovani, come quello rivolto ai molti “che hanno timore e tendono a rinunciare a diventare medico. Il mio consiglio – spiegava – è di non bloccarsi, cercare di vincere i momenti di sconforto e superarli. Buttarsi e osare, affrontare le proprie paure superando i limiti. Il mio consiglio per iniziare è fare il volontario in ambulanza, è un’opportunità unica per acquisire competenze sanitarie, aiutare il prossimo e fare nuove amicizie”.

Silvestri nel suo post torna sull'”amicizia profonda” che lo legava a Spada. “La nostra ultima telefonata, ad inizio maggio, in cui abbiamo parlato di mille cose, rimarrà con me finché vivo, come l’ultima email di pochi giorni fa, che si conclude con le due parole più belle che si possano ricevere da un amico. Paolo mi mancherà tantissimo, perché persone come lui sono rarissime. Era alieno alle smancerie, ma dentro di sé viveva un amore grandissimo per la vita (e per la medicina, la musica, le sue amate maratone) e per l’umanità, dalla sua splendida famiglia fino a tutti i suoi malati e lettori”.

Humanitas: “Paolo Spada professionista appassionato e stimato”

Il Presidente Gianfelice Rocca, il vicepresidente Ivan Colombo, l’amministratore delegato Luciano Ravera insieme a tutti i medici e i colleghi di Humanitas partecipano “con profonda commozione al lutto della famiglia per la scomparsa di Paolo Spada. Professionista appassionato e stimato, persona eclettica dai mille interessi, per la sua profonda umanità ha rappresentato nei suoi 27 anni in Humanitas un punto di riferimento per moltissimi pazienti e colleghi“, si legge in una nota.

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