Campi Flegrei, Doglioni (INGV): “dimenticata troppo in fretta la crisi bradisismica di 1982-84”

Il Presidente dell'INGV Carlo Doglioni alla Camera dei Deputati fa il punto della situazione sul bradisismo dei Campi Flegrei
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Al momento non c’è nessuna evidenza di magma che stia risalendo“: lo ha detto il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Carlo Doglioni, nell’audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera relativa alla situazione del bradisismo e del rischio sismico nell’area dei Campi Flegrei. “Sappiamo che in profondità c’è magma, come in tutti i vulcani” e “come Ingv lavoriamo 24 ore su 24” per monitorare la situazione, ha detto ancora Doglioni.

Facciamo misure di ogni tipo“, ha proseguito riferendosi a quelle di tipo geochimico, che riguardano soprattutto la solfatara, dove le emissioni di anidride carbonica sono pari a 4mila tonnellate al giorno, o quelle del campo gravitazionale. “C’è anche poca memoria perché la gente dimentica quanto è successo nel 1982-84“, ha detto ancora Doglioni riferendosi alla crisi bradisismica che ha preceduto quella attuale. “I Campi Flegrei sono il vulcano più monitorato al momento, anche se abbiamo tanto ancora da fare per capire e per avere capacità predittive più avanzate“. Per questo, ha aggiunto, “bisognerebbe investire di più“. Per quanto riguarda il monitoraggio del vulcano, “come Ingv stiamo facendo il massimo e tutto l’Ingv nazionale sta contribuendo all’analisi dei dati“.

Ai Campi Flegrei, dove dal 1538 non ci sono eruzioni, si registrano “terremoti superficiali e di bassa energia“, ma per il presidente dell’Ingv “certamente il problema deve essere affrontato in temini di vulnerabilità“. Doglioni ha osservato inoltre che a causa del bradisismo il suolo si solleva in media di 20-30 millimetri al mese, con un picco di 4 centimetri nei mesi scorsi; nella crisi del 1982-1984 il suolo si era sollevato anche fino a 9 centimetri al mese. Un altro elemento noto, ha proseguito, è la “correlazione fra la sismicità e il sollevamento del suolo“, “sappiamo che c’è una camera magmatica a 7-8 chilometri di profondità“, così come “abbiamo indicazioni che ci sono intrusioni di magma più superficiali, ma confinate alla profondità di 4-5 chilometri” e che “il sollevamento del suolo è legato sia alle intrusioni magmatiche sia all’effetto idrotermale di fluidi“.

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